Il mio amico Hitler
Saggistica
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stare dalla parte dei sopravissuti è possibile?
Il mosaico della storia rilascia una tessera, qui, in questa opera immensa di Mishima. La tessera in questione è la notte dei lunghi coltelli, rievocata con fatale pretesa di oggettivismo.
In fondo, il messaggio di cui lo scrittore giapponese sembra ammiccare la ventata sardonica, è il disastro senza appello a cui ogni uomo che voglia il potere va incontro. Uomo inteso come contenitore di animalità col peccato presunzione della ragione. Mishima, pur con la sua enorme conoscenza del mondo letterario occidentale, era giapponese (che meraviglioso popolo sfortunato)e se non lo fosse stato forse avrebbe impostato il discorso della disfatta di Hitler su una linea platonica.
Mi domando se sarebbe stato possibile.
Si può pensare alla violenza della storia; ma la finzione della letteratura dopo un pò fa piuttosto pensare niente altro che alla storia scritta, le cose accadute e che non si possono abbellire, le verità che non si possono sconfessare. Questa è grande letteratura a mio parere. La forma di quest' opera è il dramma. Consta di tre atti.
Per stessa dichiarazione dell' autore, la figura centrale non era tanto quella di Hitler quanto quella di Rohm, il capitano che in certi momenti ci fa pensare ad una identità quasi ingenua -soprattutto nella sua fede in una rivoluzione.
Indicazioni utili
Il padre di un assassino, Alfred Andersch;
Le benevole, Jonathan Littell;
Come si diventa nazisti, Allen
Britannico, Racine