Il curioso caso di Benjamin Button
Saggistica
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Leggi Benjamin e vedi Pitt
Non ero a conoscenza di questa meravigliosa e breve storia, fin quando non ti vedo il bel Pitt su un manifesto pubblicitario affianco alla meravigliosa Blanchett.
Come non comprare questo libricino (malgrado il prezzo assurdo sopra i 10 euro) dopo aver visto il bel film di Hollywood.
Certo che nello scrittore vi deve essere proprio un talento geniale e pazzoide per poter pensare una storia talmente assurda e bella che non può non suscitare domande nel lettore, riguardo al senso della vita e allo scorrere del tempo.
Il libro è di poche pagine ma veramente intenso. Il finale è bellissimo e mi ha messo un brivido.
Mi sarebbe piaciuto che la storia fosse più lunga, poichè è troppo gustoso pensare a cosa accadrebbe se uno nascesse vecchio per poi tornare indietro nell'età e diventare pian piano sempre più giovane.
Di certo ne gioverebbe l'esperienza di vita, poichè iniziado da vecchi si comincerebbero a comprendere delle cose e dei valori che da giovani uno non fa proprio caso.
La vita è beffarda, perchè quando si diventa anziani si pensa sempre al: "che darei ora che so certe cose, per poter tornare indietro ed essere un baldo giovane".
Infatti tra le tante "fregature" dell'invecchiare c'è proprio il fatto che quando si fa poi esperienza di certe cose, poi purtroppo non si ha più la forza poi di poterle rifare o farle meglio.....
Si dice sempre: "se gioventù sapesse, se vecchiaia potesse".......
Certe volte vedo questi cari turisti vecchietti arrancare esausti per i monumenti di Roma, quasi cotti dal sole o dalla camminata....e penso: ma a questi chi jelo fa fare? non potevano farlo da giovani questo viaggio?
Oppure guardo mio padre, come si perde a fantasticare appresso a qualche ragazzetta.....e penso: chissà cosa darebbe il vejardo per poter tornare indietro e conquistarle tutte....se solo lo avesse saputo prima.....
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Elpi-logo n. 24 – Procedere a ritroso
Ricordo che la maestra delle elementari ci ammoniva con il seguente consiglio: “Per correggere gli errori di ortografia, provate a rileggere al contrario il testo che avete scritto; partite dall’ultima parola e procedete a ritroso, sino alla prima. Leggerete un testo che non ha senso e vi focalizzerete sulle parole”.
Lo stesso consiglio ci fu dato al liceo dall’insegnante di lettere antiche.
Condizionato da questi precedenti, nel mio romanzo “Il carnevale dei delitti” metto nella bocca di Gabriella – la nipote del commissario – queste parole: “… a volte, per risolvere i nostri problemi, dobbiamo abbandonare le sabbie mobili nelle quali ci sentiamo sprofondare. Io ho un metodo che mi sono costruita, lo utilizzo per esempio quando non riesco a completare una traduzione dal greco o dal latino: affronto il problema al contrario. Leggo le parole dal fondo e così, spesso, il significato di una frase astrusa si spalanca. Poi mi batto la mano sulla testa e penso: ma come ho fatto a non pensarci prima!”
Questa inutile premessa autobiografica mi ha indotto a pensare che, mutatis mutandis e con l’intuizione geniale che sta alla base di un’opera d’arte, nel 1922 Francis Scott Fitzgerald, scrivendo “Il curioso caso di Benjamin Button”, in fondo, ha applicato un metodo suggerito dalla didattica … alla vita del suo personaggio.
La storia inizia nel 1860, anno di nascita di Benjamin Button. Che viene al mondo con l'aspetto di un uomo anziano: la sua età corrisponde a quella di un ottantenne. Il padre Button è imbarazzato e nasconde la vicenda a tutti: rade il figlio e si preoccupa di renderlo più giovane nell’aspetto.
La vita di Benjamin procede ‘al contrario’: passano gli anni e lui ringiovanisce.
Ad esempio, a vent’anni dalla nascita, Benjamin ha le sembianze di un cinquantenne: ma si rade, si tinge i capelli e cera di mimetizzare al meglio la verità.
La vita biologica di Benjamin procede in senso opposto rispetto alla storia dell’umanità; intanto lui si sposa e, nel ringiovanimento progressivo, si scontra con i gusti e le abitudine della moglie Hildegarde Moncrief, che – come tutte le persone normali – invecchia nel fisico e nello spirito.
La vitalità della gioventù recede allo stadio infantile, Benjamin fatica sempre più a tenere il ritmo degli adulti. Lo ritroviamo infante, a giocare con suo nipote, infine diviene un neonato da affidare alle cure di una badante ...
Come spesso avviene, dai paradossi si traggono spunti di riflessione ai quali non avremmo altrimenti accesso.
Personalmente amo troppo la narrativa e consiglio di leggere il racconto nella versione originale; non nascondo tuttavia che la graphic novel può fornire un ulteriore impatto visivo a una storia che, già di suo, stimola notevolmente l’immaginazione. Inoltre le illustrazioni possono avere un appeal efficace per catturare attenzione e curiosità di chi, magari per età o preferenze personali, non leggerebbe testi classici di letteratura.
Bruno Elpis
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Neonato di 70 anni
Questa è stata la mia prima esperienza con un audiolibro, molto piacevole, forse anche perchè la storia si presta, visto che le voci del protagonista cambiavano a seconda delle età del protagonista, ma devo dire che le classiche pagine di carta da sfogliare rimangono le mie preferite. Nasce un bambino, ed è, stranamente, un neonato di 70 anni, dagli occhi acquosi e dalla voce roca. Suo padre prova sgomento, panico, brividi di freddo, crolla sulla sedia quando lo vede, si sente pieno di vergogna, pensando con orrore a se stesso e soprattutto alle reazioni della gente. Questo "bambino" è accolto malamente, ed il padre racconta bugie anche a se stesso per far finta di avere un figlio normale. Non c'è amore nella figura di questo padre, sente di avere un figlio sbagliato in tutto. Ma questo figlio chiede, a modo suo amore. Con il passare del tempo ringiovanisce, i capelli bianchi cambiano colore, le rughe scompaiono, la pelle diventa più tonica, il colorito più acceso, si arriva ad un punto in cui c'è equilibrio fra la sua età e l'età del padre, sono quasi fratelli. E' sempre più attratto dai piaceri della vita, e si innamora di una donna più giovane, nasce un figlio, Benjamin continua a ringiovanire e questo lo rende inquieto, si fa domande sul suo futuro, diventa via via adolescente, ragazzino e poi bambino. Finisce con l'andare all'asilo con il nipote, fino a diventare un neonato e poi...Nel film la storia d'amore fra Benjamin e la moglie occupa la parte principale, nel libro mi ha colpito di più il rapporto con il padre. Questa storia, di per sè assurda ed incredibile, mi ha fatto soprattutto pensare a quante volte nella realtà un genitore può essere nelle condizioni di provare questi sentimenti innaturali nei confronti del proprio figlio, vuoi perchè magari è un bambino in difficoltà, vuoi perchè magari è un bambino che non sente proprio suo. E mi ha fatto pensare tanto a quanto amore hanno bisogno i bambini, di qualsiasi colore essi siano e qualsiasi siano le difficoltà che possono avere.