Eroi. Le grandi saghe della mitologia greca
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Il fil rouge va e viene
Credo che i miti greci facciano parte del bagaglio culturale di tutti i lettori, e allora perché leggere un altro libro su un argomento così noto? Io sono stata incuriosita dalla quarta di copertina di questo saggio “Eroi. Le grandi saghe della mitologia greca” di Giorgio Ieranò (ed. Universale economica Feltrinelli).
L’autore, che non conoscevo, viene presentato come docente universitario di Letteratura greca, saggista ma anche traduttore teatrale, pertanto mi sono fatta l’idea che avesse capacità divulgative, precisione di riferimenti e cadenze nei tempi narrativi che non avrebbero annoiato, quindi ho pensato “questo libro si farà leggere”.
Ma la vera calamita è stata la frase “L’eroe greco aveva molti lati oscuri”: l’idea di attenuare la luce della gloria e della fama di questi personaggi per poterne vedere anche meschinità e piccolezze mi è sembrata originale.
Il rovesciamento di prospettiva viene ribadito nel prologo (“Scordatevi gli eroi buoni e gentili. Stiamo per entrare in un mondo dove […] eroismo è sinonimo di violenza e di eccesso, di furori implacabili e di astuzie omicide.”) e questo ha accresciuto la mia aspettativa su quanto sarei andata a scoprire nel prosieguo della lettura.
Purtroppo, il primo eroe presentato è Giasone e, a parte qualche cenno alla sua ingenuità, di lati oscuri non se ne vedono proprio, niente eccessi, furie, ire. Anzi, quasi non si vedono nemmeno i lati luminosi: sì è bello e forte ma compie le sue imprese sempre grazie agli interventi risolutivi delle divinità cui lui è caro, a tutte e indistintamente ma senza essere il paladino di nessuna in particolare. Le azioni cruente che si svolgono nella storia degli Argonauti sono della sua sposa, Medea, quasi che a Giasone non fosse permesso sporcarsi le mani. Se l’autore voleva segnalarci come lato negativo di questo eroe la sua vacuità, non mi è piaciuto, i patti che avevamo stretto erano altri. Insomma, una delusione che mi ha maldisposto verso i capitoli successivi.
Ho arrancato nel riprendere il libro, l’unico modo che avevo per finirlo era abbandonare la chiave di lettura “Batman” (l’eroe/antieroe per eccellenza dei fumetti) e godermi un ripasso della sempre affascinante mitologia greca. Così hanno iniziato a sfilare sotto ai miei occhi gli altri personaggi scelti da Ieranò per questa antologia e devo dire che le cose sono andate migliorando.
Alcuni ritratti, costruiti a partire dalle tragedie di Eschilo, Sofocle ed Euripide, sono così vividi da far venire voglia di andare subito a recuperare i testi dei drammi che li hanno ispirati e questo è, secondo me, un grande merito di questo libro: solleticare la curiosità del conoscitore medio di mitologia verso i testi classici. Un’ottima guida alle edizioni consigliate dall’autore per l’approfondimento è presente nell’ultimo capitolo “Per saperne di più”.
L’altra nota positiva di questa lettura è stato scoprire come molti autori moderni abbiamo realizzato i loro capolavori con soggetti tratti dai miti, perfino Giulietta e Romeo hanno antenati mitologici! (sempre dalla quarta di copertina “Tutto quello che ancora oggi ci appassiona e ci commuove quando leggiamo un romanzo o guardiamo un film, i greci lo avevano già narrato nei loro miti.”)
In definitiva, il saggio di Ieranò mi è piaciuto a metà, credo che abbia ben tratteggiato le figure di Eracle, Achille e Ulisse nel senso promesso dal prologo e ha dato un bel risalto a tanti personaggi femminili riscattandoli dall’ombra degli “eroi” (sfilano nel libro tante donne che agiscono e non subiscono: Atalanta, Ippolita, Antigone, Medea, Arianna), però a mio avviso il fil rouge che avrebbe dovuto percorrere tutto il libro è stato impiegato a mo’ di imbastitura: alle volte si vede, altre no.