Divento scrittore
Saggistica
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Pieno di consigli utili
L'edizione italiana di questo libro arriva in seguito all'enorme successo conseguito dalla versione inglese, letta e apprezzata da una miriade di aspiranti (o già esordienti) scrittori alla ricerca di un modo costante di migliorare sé stessi; alla ricerca di errori tecnici e di approccio dei quali riconoscono i sintomi ma fanno fatica a identificare le cause.
Renni Browne e Dave King, nei dodici capitoli che compongono questo libro (che si legge velocemente, grazie a uno stile quasi colloquiale), si concentrano su alcuni dei pilastri su cui dovrebbe fondarsi il mestiere del narratore efficace: dal famoso (ma niente affatto semplice) “Show, don’t tell”, passando alla scorrevolezza fino alla ricerca di una propria voce. Tutto è corredato da esempi (positivi e negativi) tratti da romanzi pubblicati e non, da riflessioni interessanti ed esercizi da svolgere per testare la propria comprensione; esercizi che si potranno poi confrontare con le versioni svolte dagli autori, piazzate alla fine del libro. Un po’ come la Settimana Enigmistica, ma con meno rigidità; perché in fondo ogni scrittore ha le sue tecniche, i suoi metodi di lavoro, le sue preferenze; e una scelta suggerita non necessariamente finirà per essere la migliore. Tuttavia, credo che confrontare il proprio metodo d’approccio al mestiere con i vari punti di vista (a volte contraddittori) di altri scrittori e insegnanti di narrativa, può aiutare a orientarsi e a trovare il proprio modo di identificarsi in quanto scrittore. Personalmente, ho provato a fare tesoro dei suggerimenti che mi parevano più sensati, approcciandomi sia a questa lettura che a me stesso con spirito critico; riconoscendo gli errori in cui sono caduto, ma anche compiacendomi scoprendo che molti dei modus operandi suggeriti per migliorare il proprio lavoro li avevo già inconsciamente applicati. Questa lettura, dunque, oltre che a migliorarsi nelle proprie lacune può essere anche uno sprone a continuare sulla propria strada, con rinnovata energia.
Il talento esiste, ma va sempre e comunque coltivato, alla ricerca di una propria voce e affinando una tecnica che gli permetta di esprimersi al meglio e di raggiungere quello che, in fin dei conti, è uno dei motivi maggiori per cui molti di noi si dilettano nello scrivere: essere letti e apprezzati.