111 errori di traduzione che hanno cambiato il mondo
Saggistica
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Tradurre o tradire?
E’ luogo comune affermare che “tradurre è come tradire”. Se ciò può essere più o meno vero per ogni testo letterario, diviene ancor più grave se su quel testo “tradito” si basano l’intera cultura, religione o comportamenti di uno o più popoli.
Lo scopo dei 111 capitoletti che compongono questo libro, dovrebbe essere proprio quello di evidenziare veri e propri svarioni che non solo hanno falsato il senso di frasi importanti anzi, decisive, ma hanno determinato malintesi di portata storica che tuttora farebbero sentire i loro effetti.
Ciò detto si deve precisare, però, come il titolo, in effetti, sia fuorviante. Innanzi tutto gli errori denunciati non sono “solo” 111 come detto: spesso, infatti nei capitoli si passa all'esame di tutta una serie di errori similari, quindi in teoria gli errori “fatali” dovrebbero essere ancora di più di quelli indicati nel titolo.
Tuttavia solo una piccola frazione di essi ha effettivamente “cambiato il mondo” poiché non pochi si sono limitati a complicare la vita di un numero limitato di persone, talvolta solo per un tempo ragionevolmente limitato, o addirittura sono solo frutto di “si dice” alimentati apposta per creare l’aneddoto.
Circa un terzo degli "orrori" di traduzioni è dedicato alla Bibbia, più o meno massacrata nei vari passaggi di lingua. Quindi leggendo il volume di Capuano, si scopre che, col tempo, il generico “frutto dell’albero del bene e del male” colto dalla mano di Eva s’è mutato nella proverbiale mela; Giuseppe, forse imprenditore edile o addirittura architetto o erudito, si è trasformato in un umile falegname; mentre un Mosè “raggiante” per aver comunicato con Dio è divenuto un “Mosè cornuto” così come immortalato perfino da Michelangelo; e Gesù non sarebbe stato solo un mite predicatore, ma un ben più pericoloso attivista e “terrorista” anti-romano. Alcuni di questi errori o volute forzature nelle versioni effettuate avrebbero, effettivamente, avuto effetti clamorosi come dar vita a movimenti scismatici (esempio emblematico, Lutero e la sua personale lettura del testo biblico tradotto in tedesco), ma spesso i loro esiti sono stati assai meno eclatanti.
Il libro, poi passa all'esame degli errori in trattati e in atti ufficiali tra Stati che invece di dirimere controversie internazionali le hanno fomentate per le maliziose furbizie usate nelle traduzioni. Si continua con errori che hanno o avrebbero potuto influire sulla vita di persone ingiustamente accusate di reati sulla base di strafalcioni di traduzione. Si conclude con una serie di mere curiosità con oggetto la difficile opera di rendere il senso di una parola in lingue diverse.
Girellando tra i banchi di una libreria ero rimasto affascinato da questo volume, poiché, aprendolo a caso, effettivamente ero incappato in traduzioni così marchianamente errate e così tragicamente determinanti che mi aspettavo un contenuto più succoso di quanto, in effetti, il libro offra. Dopo averlo letto, rimane, quindi, una certa delusione.
Per quanto il contenuto complessivo del libro sia abbastanza interessante e, sotto certi aspetti, divertente, sembra che lo scopo principale dell’autore non sia quello di rivelare clamorosi errori che debbano imporci una nuova prospettiva di osservazione di fatti storici o un attento riesame delle nostre più profonde convinzioni e della nostra stessa base culturale, quanto di asseverare il concetto che sarebbe sempre buona norma affidarsi ad un buon traduttore professionista (l’autore è traduttore!) e, comunque, fidarsi sempre il giusto di testi non letti nella versione originale. Come si può ben capire, perciò, il risultato è decisamente inferiore rispetto alle aspettative che nascono sulla base di un titolo un po’ troppo altisonante. Comunque, nel complesso, non è un’opera disprezzabile e, accettata per ciò che da, anche gradevole da leggere.