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Dostoevskij uomo e letterato
Dopo la prima guerra mondiale, Stefan Zweig pubblica il trittico “I tre maestri”, contenente tre brevi saggi dedicati a Balzac, Dickens e Dostoevskij.
Grazie ad una sapiente opera di recupero dei testi, l'editore Castelvecchi, nel corso del 2013, riporta alle stampe un piccolo gioiello, il saggio sul grande romanziere russo, di cui col tempo in Italia era svanita la possibilità di lettura.
Fin dalle prime righe è percepibile l'amore di Zweig per il grande Dostoevskij e la sua conoscenza minuziosa e approfondita dell'opera omnia.
La particolarità di Zweig saggista già riscontrata altrove, riemerge anche in questo lavoro, evidenziando le buone capacità di analisi dell'autore, oltre ad un interesse per il lato più umano e privato del personaggio di cui ci narra.
Nel caso del russo, Zweig non ha avuto modo di conoscerlo di persona, ma ha maturato una visione dell'uomo e del letterato studiandone i romanzi e dedicandosi ad un lavoro di ricerca critica a tutto tondo.
Zweig dà subito conto al pubblico di possedere informazioni precise sulla vita di Dostoevskij, sulle traversie passate, sulle passioni, sugli amori, sulla precaria situazione di salute, sulla genesi delle opere maggiori. Informazioni davvero preziose che incrociate con i contenuti elaborati dal romanziere, forniscono un quadro d'insieme interessante e gli strumenti necessari per coglierne significati profondi e meno immediati.
A tratti l'approfondimento sul contenuto dell'opera dostoevskijana, arricchito da citazioni e rimandi ai testi, fa sì che il piccolo saggio assuma un valore di critica letteraria di eccellente livello.
Un saggio illuminante per tutti coloro che hanno già letto alcuni romanzi di Dostoevskij, motivo per cui troveranno tra queste pagine un terreno rigoglioso e fertile di spunti e riflessioni.
Le interpretazioni fornite da Zweig su talune tematiche e sulla maniera espressiva del russo, partono sicuramente da un sentire personale, tuttavia non deragliano mai nell'ottusa visione a senso unico o nella partigianeria; la penna di Zweig cerca sempre equilibrio di giudizio e buon senso critico.
Un saggio critico di estrema bellezza stilistica e linguistica, uno Zweig maturo nella capacità di analizzare l'opera di un “collega”, richiamando numerosi personaggi partoriti dalla penna del Dostoevskij e ricercandone l'anima più profonda.
Una lettura di gran valore che fortunatamente è riemersa dal dimenticatoio dell'editoria.
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Io oltre a Dostoevskij e Tolstoj (di cui in realtà ho letto solo "Anna Karenina") andrei su Gogol, "Le anime morte" è fantastico, se non fosse un'opera incompiuta credo che sarebbe stato il capolavoro russo, vi si trova la struttura del romanzo classico e un'ironia moderna, senza dimenticare approfondimenti psicologici e giudizi morali e non sulla sua patria.
Tra tutti i russi Dostoevskij è il più semplice, sia come stile che come temi, il più immediato dal punto di vista narrativo, molto moderno, per cui forse il più accessibile, ma non so se il migliore...ma a me piacciono tutti i russi per cui sono di parte!
In quanto alla "immediatezza" di Dostoevskij, non mi sento di poterlo affermare in toto. In taluni romanzi ed in taluni frangenti non lo trovo così immediato, ma necessità di riflessione sulla ideologia espressa.
Quando parlo di "immediatezza" di Dostoevskij, forse mi sono espressa male, non volevo dire che è superficiale o che non esprime la sua ideologia, ma solo che, di solito, non necessita di approfondimenti aldilà del romanzo spesso, riesce, in qualche modo, ad essere completo e a non lasciare "ignorante" il lettore.
Questo con altri autori, penso anche al nostro D'Annunzio, non accade, è necessario approfondire l'epoca storica e le correnti filosofiche che vengono trattate nel romanzo.
Per quanto riguarda lo stile di Dostoevskij a me piace tantissimo, lo trovo coinvolgente e trascinante, ma non inaccessibile.
@Silvia t: concordo con la tua idea di "immediatezza" e con il tuo giudizio su Anime morte che, anche se incompiuto, è una lettura straordinaria.
@Anna Maria: che sia Dostoevskij, Gogol o Tolstoj il tuo primo russo non cambierà molto, sono sicuro che apprezzerai comunque questo tipo di letteratura...per me il primo è stato Bulgakov, ti consiglio anche lui.
Il mio primo Dosto è stato Delitto e castigo...sento ancora vivi tutti i personaggi, la povertà, l'intelligenza, il candore, il rimorso...tutto!
Uno degli ultimi acquisti russi è Turgenev che non ho mai letto, ed ho alte aspettative
Grazie del tuo feed su Turgenev, allora aspetterò il momento propizio per leggerlo.
Ferruccio
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