Dettagli Recensione
Bella gente d'Appennino
Nicolai Lilin, Educazione siberiana. Ferretti Lindo Giovanni, Bella gente d'Appennino. Uno, scrittore all'esordio. Uno, poeta tra i maggiori degli ultimi decenni.
Uno, la tradizione degli Urca siberiani in una terra di mezzo come la Transnistria. Uno, la tradizione della bella gente di una terra di mezzo come l'Appennino settentrionale.
Due storie minori, nascoste, sparite, che con il deposito nella carne viva degli autori e poi con il racconto e la poesia divengono tracce di una lezione morale.
Epopea, saga. Stratificazione di vissuti propri e raccontati, a loro volta intrecciati e raccontati ancora, trascendenti la cronaca, nella sua supposta precisione e verità, per raggiungere una verità più vera, morale appunto. Morale che, per gran parte, non vuole essere etica ma ottiene un ascolto, provoca un moto nel lettore, quasi una meditazione per capire di più di se stessi e della vita comune. Suggerire, anzi no raccontare ipotesi anche estreme per riconsiderare la strada fatta, il proprio percorso che, aldilà della sua unicità o letterarietà, può rintracciare parola di valori: onestà, morale, fede, rispetto, rigore, libertà, limite, dovere, sobrietà. Nell'equilibrio, nel coesistere di queste parole di valore non nasce solamente il romanzo, queste storie, ma nascono individualità e vita insieme.