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Fenoglio a tutto tondo
L’unica biografia di Beppe Fenoglio, autore che vanta al contrario una sterminata bibliografia, aprendo le sue opere questioni meramente filologiche e intrinsecamente storiche.
Il pregio di questo volume sta dunque nel restituire l’uomo all’interno del suo contesto di vita, le Langhe, la guerra civile, come amava lo stesso chiamare la Resistenza, collocandolo precisamente nel suo ambiente di vita: la famiglia e i suoi spazi, Alba, le colline, le amicizie, le simpatie amorose, ma ancora prima i momenti tra i banchi del liceo.
Un Beppe ritratto nella sua pienezza, nei suoi tormentati esordi letterari, nelle sue idiosincrasie, nelle sue insicurezze. Niente è lasciato all’immaginazione e niente è romanzato, tutto ciò che ci viene generosamente donato è frutto di un lunghissimo e certosino lavoro di ricerca sul campo. Molto spesso le voci sono quelle dei suoi parenti più prossimi, in primis il fratello minore Walter, al quale il libro è dedicato come ai partigiani vivi e morti; col trascorrere del tempo, infatti, molti dei compagni di vita di Beppe Fenoglio hanno lasciato questa vita e allora c’è proprio da ringraziare Negri Scaglione per aver avuto l’intuizione di fermare il ricordo biografico di Fenoglio prima che esso scivolasse nell’oblio.
Il ricordo recuperato è essenzialmente quello della sua vita quotidiana, fatta di conflitti, difficoltà, ingenuità, felicità temporanea, a sprazzi, ma soprattutto tormento, pienamente riflesso nel suo processo creativo e nella scrittura affilata, sintetica, mordace e incompiuta come il suo destino umano fermato sulla soglia dei quarantuno anni a causa di un tumore al polmone.
In fondo, come tutte le figure tragiche, Fenoglio veste benissimo i panni dell’eroe tormentato e in eterno divenire come i suoi personaggi la cui nascita letteraria ha il sapore di una rinascita, essendo proiezioni più o meno esplicite della sua interiorità e di quella dei suoi conterranei. La biografia ha il merito ancora di ripercorrere la genesi delle opere e molto spesso gli aborti creativi, i travasi di fatti e di personaggi da un racconto all’altro, rendendoci ancora più consapevoli dell’intratestualità delle sue opere.
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