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LA STRDA DELLA PUTREDINE
IL TESTO CONTIENE SPOILER
Questa è l’autobiografia di Henri Charrière detto Papillon, soprannominato cosi per la farfalla tatuata sul petto.
Nel 1931 per colpa di un testimone corrotto, viene accusato per omicidio e condannato ai lavori forzati nel bagno penale situato nella Guyana francese.
Papillon si è sempre dichiarato innocente ma le sue parole non sono state mai ascoltate né dalla giuria e né tantomeno dal temutissimo pubblico ministero Pradel, che senza sentir ragioni aveva già deciso a priori di condannarlo verso “la strada della Putredine” definizione descritta da Papillon per descrivere il vergognoso trattamento che la Francia dell’epoca riservava a quelli che erano scomodi per la società.
Papillon è una persona con dei principi e dei valori, rispettato da tutti, dai criminali, dalle guardie e da tutte le persone che incontra nelle sue traversie, oltretutto è anche un marinaio eccellente è per questo è ammirato da chi lo incrocia per mare.
Nell’immaginario collettivo, il tatuaggio della farfalla è anche il simbolo della libertà, una gioia tolta ingiustamente al nostro protagonista, alla quale farà di tutto per riconquistarla.
Durante i suoi lunghi tredici anni di prigionia la fuga è la sua unica speranza di salvezza, sprezzante del pericolo in cui correva diventa presto una leggenda, un eroe della diserzione e un personaggio per cui la libertà è pura vocazione.
La prima fuga la tentò solo dopo circa una quarantina di giorni di detenzione, riesce ad arrivare fino in Colombia, ma viene immediatamente riacciuffato e ritrasportato al bagno, dove verrà punito molto severamente, ma la voglia di riappropriarsi della propria libertà, il bisogno di rivalsa e la vendetta verso chi lo aveva condannato, lo motivano sempre di più ad inventare nuove tecniche di fuga.
Ne seguirono altre otto per un totale di nove, prima di raggiungere il suo obiettivo in Venezuela, chiedendo asilo ed aiuto che difficilmente veniva negato.
Sono molte le avventure presenti in questo libro, la continua alternanza di trionfi e delusioni, di fughe e di perdite rende la storia sempre attiva, interessante e mai noiosa, ogni evasione porta a conoscere nuovi personaggi, molti dei quali disponibili ad aiutarlo nella sua impresa gratuitamente altri dietro una cospicua ricompensa. Denaro che teneva dentro ad un bossolo nascosto……. beh!! lascio a voi immaginare dove.
Una volta terminata la lettura ho avuto come l’impressione di aver ascoltato un racconto. Tutta la storia è narrata da Papillon al tempo presente e in prima persona una scelta che accorcia la distanza con il lettore, anzi, l’annulla. Si è presenti in ogni suo pensiero, si percepiscono le stesse frustrazioni durante i lunghi periodi di isolamento e lo stesso disgusto quando era costretto a cibarsi di scarafaggi e millepiedi per non morire di fame.
Anche il film del 1973 con Steve McQueen e Dustin Hoffman, mi è piaciuto anche se rappresenta solo un trenta per cento della storia ed è estremamente semplificato, ma ne è valsa comunque la pena guardarlo.
Ci sarebbe ancora molto da dire su questa storia, e molti i dettagli da svelare, perciò consiglio la lettura di questo libro.
Buona lettura.
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Consiglio di leggere anche il seguito: "Banco", forse meno riuscito come romanzo, ma dove si narrano le avventure successive (non tutte propriamente encomiabili ed edificanti), e si disegna meglio il personaggio che tende a somigliare ai tanti delinquenti, avventurosi e affascinanti interpretati dai vari Delon, Belmondo, Gabin. Tra l'altro ci viene spiegato pure perché e come il giovane Henri sia divenuto Papillon, con un interessante flash-back.
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