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Un capolavoro di sintesi tra verità documentaria e
Meravigliose pagine di atmosfera decadente che fanno pensare al Visconti de La morte a Venezia, film tratto dall’omonimo romanzo di Thomas Mann, quelle del romanzo-documento di Melania Mazzucco “Lei così amata”. Ed è inevitabile pensare a Mann, poiché la sua arte e la sua figura sono sempre presenti in tutta la narrazione che si svolge intorno al personaggio di Anne Marie Schwarzenbach, scrittrice di nazionalità svizzera nata ai primi del novecento e morta nel 1942. Una vita breve trascorsa nell’ansiosa ricerca di dare un senso alla sua tormentata esistenza, sempre in viaggio tra l’Europa e il resto del mondo, con l’aspirazione di descrivere le realtà con le quali veniva a contatto in qualità di giornalista e scrittrice.
Un fisico gracile e delicato, palesemente androgino, attraente nella sua fragilità, Anne Marie non è molto diversa nell’aspetto dal Tadzio di Mann. “Si vede androgina, esigente, severa. Un angelo del Botticelli e un’aggressiva Giovanna d’Arco”. La sua insicurezza le condiziona la vita nella tormentata ricerca di un legame duraturo che tuttavia non riesce a stabilire né con le donne che ha amato né con gli uomini a cui si è legata. Il tempo e il destino la condannano all’emarginazione, inevitabile in quell’ambiente dell’alta borghesia a cui appartiene e che si trova ad appoggiare l’ascesa del nazismo da lei deprecato e osteggiato.
Conosce il tradimento e l’abbandono degli amici più cari, dei gemelli Mann, in particolare, Erika e Klaus, che lei ama entrambi, ma che la lasciano sola nelle sue inquietudini ricorrenti. Neanche Klaus che con lei ha condiviso l’esperienza devastante della droga, ha il coraggio di seguirla e entrambi conosceranno separatamente la solitudine e la disperazione. Il viaggio di Anne Marie procederà attraverso l’inferno delle carceri e dei manicomi americani. A un passo dalla follia, riesce a riemergere, ma per breve tempo rifiutando di aggrapparsi a colui che, unico, le aveva offerto un porto sicuro, il marito Claude.
Il suo interminabile peregrinare è una continua fuga dalla vita e dalla morte. “Mi hanno spinta a partire la paura di vivere e il desiderio di morire. Ma anche il desiderio di vivere e la paura di morire” Anne Marie è in fondo alla ricerca di quella libertà che le è sempre stata negata, che le è stata concessa solo in apparenza, in un mondo imbarbarito. La ricerca della libertà è anche ricerca d’amore e dunque la sua vita s’è sempre dibattuta tra Eros e Thanatos perché Anne Marie è consapevole che solo la morte può restituirle la libertà. I suoi libri non sono apprezzati, sono considerati il frutto di una gioventù degenerata, senza valori, e scrivere è un segno di debolezza, come lo è l’arte in genere. Ed è qui che la vicenda di Anne Marie si lega più significativamente all’opera di Thomas Mann che pone sempre al centro il conflitto tra arte e società.
Una prosa bellissima, una capacità di entrare nell’animo dei personaggi e di esprimerne i sentimenti, Melania Mazzucco è una delle migliori scrittrici del nostro tempo.
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