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Houdini, l’analisi di un mito
Chi non ha mai sentito nominare, almeno una volta, il nome di Houdini? È stato il primo ed il più grande esperto di escapologia; l’inventore stesso della tecnica che studia i metodi di fuga da ogni tipo di vincolo materiale, sia esso costituito da un paio di manette particolarmente elaborate, da una gabbia d’acciaio o da un baule immerso nell'acqua gelida di un fiume. Harry Houdini (nato nell'impero austro ungarico col nome di Ehrich Weisz) fece una vera e propria scienza di questo gioco di prestigio da fiera di paese elaborando con tenacia e applicazione ogni tipo di espediente possibile. Inoltre fu un fantastico promotore di sé stesso in quanto riuscì a trasformare la sua abilità da semplice mezzo per intrattenere un pubblico da teatrino di periferia in attrazione per masse entusiaste. Gli spettacoli, talvolta improvvisati in mezzo ad una via, del “re delle manette” attirarono folle esaltate che restavano con il fiato sospeso per le sempre più mirabolanti imprese del “mago”. Per alcuni decenni fu un mito, colui che nessuno poteva imprigionare e nessuno riusciva ad eguagliare. Sfidò anche corpi di polizia, carcerieri e astuti provocatori, ridicolizzandone gli sforzi per batterlo e, talvolta, umiliandone la sicumera.
Ma Houdini (che in inglese andrebbe letto come parola piana, Houdìni, e non tronca, Houdinì, come si fa normalmente da noi) fu molto più di questo. Fu pure pioniere del cinema muto (suoi tre o quattro lungometraggi) e dell’aviazione (fu il primo a volare con un proprio aereo in Australia), scrittore (in particolare storico dell’illusionismo) e feroce persecutore di tutti i ciarlatani che, assumendo di possedere un canale di comunicazione con l’aldilà, spillavano soldi alla povera gente che sperava di entrare in contatto con i propri cari defunti. Proprio questa battaglia, che lo assorbì per tutti gli ultimi anni della sua vita, gli costò l’amicizia del grande scrittore Arthur Conan Doyle che, invece, era un ingenuo e credulo sostenitore dello spiritismo.
A distanza di oltre novant'anni dalla sua morte (in circostanze mai del tutto chiarite) il suo nome continua a suscitare ammirazione e stupore.
Massimo Polidoro è da sempre un grande appassionato della figura dell’illusionista americano. Questo volume, che riprende, integra ed emenda l’opera già edita nel 2001, può essere considerata la più completa ed esaustiva biografia in italiano sul grande uomo di spettacolo. Con un puntiglio quasi maniacale l’A. riesamina, spesso di prima mano, tutti i documenti storici, tutte le fonti, tutti gli scritti e la corrispondenza epistolare che si occupano di Houdini. Ne è scaturita un’opera monumentale, che non tralascia nessun aspetto della sua poliedrica personalità.
Proprio per questo, forse l’unico difetto che si può imputare al libro è di essere sin troppo lungo e particolareggiato per essere facilmente fruibile dal lettore che ne vorrebbe trarre solo un istruttivo svago. Va inoltre segnalato che il volume è arricchito da moltissime immagini, alcune delle quali inedite, e da estratti dagli scritti originali del grande escapologo, che integrano il testo fornendo ulteriori informazioni.
Insomma chiunque sia incuriosito dalla figura di Harry Houdini non può prescindere dalla lettura di questo libro, perché gli viene fornita una descrizione a tutto tondo di questo grande personaggio che ha rivoluzionato il modo stesso di fare spettacolo.