Dettagli Recensione
Un animale diverso dagli altri
Yuval Noah Harari, professore di Storia alla Hebrew University di Gerusalemme, ci regala questo saggio che vuole tracciare una sintesi della storia dell'umanità dalle origini fino ai giorni nostri. Un progetto sicuramente molto ambizioso che Harari porta a termine in modo impeccabile, attraverso una trattazione degli argomenti sempre molto chiara, a tratti anche avvincente, e soprattutto molto ben documentata e rigorosamente attendibile dal punto di vista storico.
L'autore intende chiarire come un animale di nessuna importanza, come era appunto l'umano che viveva in Africa orientale circa due milioni di anni fa, sia potuto diventare l'umano di oggi, che, simile ad un dio, sta pesantemente condizionando l'ecosistema circostante e sta causando la distruzione e la manipolazione degli altri esseri viventi per assecondare il proprio benessere e il proprio divertimento, purtroppo spesso non avendo ben chiaro il senso del suo stesso agire.
Per spiegare questa eccezionale evoluzione, che non ha avuto lo stesso esito in nessun altro animale, Harari prende in esame tre importantissimi momenti chiave della storia dell'umanità: la Rivoluzione cognitiva, la Rivoluzione agricola e la Rivoluzione scientifica. Attraverso un'analisi estremamente razionale dei processi storici, lontana da luoghi comuni e da idee che non si fondano su basi concrete, Harari spiega perché siamo come siamo: smonta qualsiasi nostra credenza, mito e valore attraverso spiegazioni logicamente perfette. In sostanza, noi esseri umani siamo gli unici animali che credono veramente alle storie immaginarie che popolano la loro testa: è questo che ci ha resi “diversi” dagli altri animali e che ci ha fatto inventare le religioni, il commercio, il denaro, i diritti umani. Niente di tutto questo esiste davvero: l'essere umano però ci crede e ci crede non da solo, ma coinvolgendo tutti i propri simili. Questo rende possibile un tipo di cooperazione che non esiste in nessun altro gruppo di animali: gli altri animali infatti possono collaborare solo tra pochi esemplari che si conoscono personalmente, l'essere umano può cooperare e collaborare con migliaia, milioni di altri esseri umani che non ha mai conosciuto personalmente soltanto perché questi ultimi credono alle stesse storie immaginarie a cui crede lui.
Si tratta di un saggio veramente molto interessante (a volte coinvolgente, a volte un po' deprimente quando smonta i valori ed i miti in cui il lettore crede) che consiglio a tutti, anche e soprattutto per la straordinaria abilità dell'autore nello spiegare con parole ed esempi comprensibili ed efficaci argomenti a volte molto complessi.
Concludo con un'ultima osservazione su qualcosa che invece non ho apprezzato: la tendenza di Harari a spingersi oltre la trattazione della sua tesi, arrivando a inserire nel saggio delle previsioni per il futuro. Sinceramente ritengo che la storia sia una disciplina molto utile, che serve soprattutto per gettare luce su chi siamo ora e che ci fa comprendere e valutare in maniera migliore il presente, non che lo storico abbia la sfera di cristallo per prevedere il futuro. Quindi, quando l'autore si lancia in improbabili valutazioni su cosa succederà da adesso in poi, mi sembra che la sua ottima credibilità vacilli un pochino.