Dettagli Recensione

 
L'inferno di Treblinka
 
L'inferno di Treblinka 2018-12-29 15:08:09 siti
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuti 
 
5.0
Approfondimento 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
siti Opinione inserita da siti    29 Dicembre, 2018
Top 50 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Dov'è Treblinka?

Dov’è Treblinka?
Non c’è! È stato distrutto questo campo di lavoro e di sterminio dopo una furiosa attività di tredici mesi. Dopo 10.000 morti al giorno, 300.000 al mese, tre milioni in dieci mesi di effettiva attività, se si vuole essere oggettivi e includere le pause forzate dovute al mantenimento stesso dell’inferno. Treblinka fisicamente non c’è più, dopo la rivolta dei suoi detenuti, quelli condannati a viverci perché detentori di abilità manuali necessarie o di abilità professionali imprescindibili alla sussistenza del lager stesso, rivolta datata 2 agosto 1943 che portò alla fuga di pochi e alla distruzione per mano nazista di una testimonianza che si voleva rendere invisibile e mai esistita. Già Himmler, dopo la sconfitta della Battaglia di Stalingrado, provvide di suo ad affinare il negazionismo mentre l’opera era ancora in vita: con una visita fulminea decretò un netto miglioramento dell’operazione di sparizione dei cadaveri. Era ormai improbabile e fuori luogo farli sparire in fosse comuni la cui terra brulicava di insetti grassi e di continua restituzione fisica di prove dell’annientamento; occorreva ora progettare forni capaci di bruciare una quantità enorme di cadaveri fatti riemergere dal fondo della terra e continuare, col nuovo metodo, a smaltire i nuovi arrivi. Perché questo era Treblinka: una precisissima macchina della morte, a ruota continua, un congegno ad alta mortalità a rispecchiare la produttività delle migliori catene di montaggio. Non si risiedeva a Treblinka, non si pativa la fame, non si subiva estenuante lavoro, si arrivava e subito, attraversando meticolose fasi di preparazione, si moriva, subito, previo diabolico annientamento dell’essere umano che ancora respirando, facendo battere il suo cuore, pensando, avendo paura, provando orrore, subendo incredibili e subitanee violenze ante- mortem era lì in piedi a stiparsi verso le camere a gas. Il gas, prerogativa tutta sua, non era lo Zyklon B, no, qui si procedeva con il gas di scarico del carro armato, capace di far respirare a vuoto e di far morire come per strangolamento, o con l’assenza completa di ossigeno che veniva aspirato appositamente dalle camere, o ancora con immissioni di vapore. Taccio tutto l’altro orrore letto e procedo rendendo un infinito grazie a Grossman, lui nell’autunno del 1944 è lì e scrive il suo reportage mentre la terra sputa fuori ciò che la mente stenta ancora a credere: brandelli di vesti, tessuti col ricamo ucraino, capelli, pantaloni, scarpe, candelabri…il suo scritto apparso sulla rivista «Znamja» è letto al collegio d’accusa del processo di Norimberga. È fondato su decine di testimonianze di prima mano: i pochi superstiti, gli abitanti dei dintorni, le guardie. È pervaso da un sentimento di orrore e di incredulità ma soprattutto da quel monito a noi così familiare, lo stesso della poesia “Shemà” che precede “Se questo è un uomo”. È un monito a non dimenticare “quanto sia facile uno sterminio di massa”.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Se questo è un uomo
Triangoli rossi
Trovi utile questa opinione? 
150
Segnala questa recensione ad un moderatore

Commenti

4 risultati - visualizzati 1 - 4
Ordina 
Per inserire la tua opinione devi essere registrato.

Il tuo ringraziamento a Grossman è del tutto condivisibile, perché i suoi racconti dei lager e dei gulag, dell'Olocausto e delle purghe staliniane hanno rappresentato un enorme contributo al ristabilimento della verità storica. Grazie anche a te, Laura, per essere tornata a riproporre questo autore straordinario.
Ciao Laura, una fine d'anno con una grande lettura!
Complimenti , e grazie.
E buon 2019!
In risposta ad un precedente commento
siti
31 Dicembre, 2018
Segnala questo commento ad un moderatore
Grazie a te per aver letto il mio parere. Grossman non delude mai, alta levatura morale e intellettuale.
In risposta ad un precedente commento
siti
31 Dicembre, 2018
Segnala questo commento ad un moderatore
Grazie a te Pierpaolo. Buon 2019 a te e ai tuoi cari.
4 risultati - visualizzati 1 - 4

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

Intermezzo
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
La vita a volte capita
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il dio dei boschi
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il sistema Vivacchia
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Il passato è un morto senza cadavere
Valutazione Utenti
 
4.3 (2)
La mano dell'orologiaio
Valutazione Utenti
 
4.3 (1)
L'ora blu
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Malempin
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Morte in Alabama
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
La città e le sue mura incerte
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)
Per sempre
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Lo spirito bambino
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

Eleonora d'Aquitania
I diciotto anni migliori della mia vita
Tutankhamen
L'origine degli altri
Il tribunale della storia
Memorie dalla Torre Blu
Nulla è nero
Non per me sola. Storia delle italiane attraverso i romanzi
A riveder le stelle
Marco Polo. Storia del mercante che capì la Cina
The Queen. Diario a colori della regina Elisabetta
Margaret Thatcher. Biografia della donna e della politica
L'arte della fuga
Dante
Autunno a Venezia. Hemingway e l'ultima musa
Passione sakura