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Il sole splendette ad Austerlitz
Austerlitz è stata senza dubbio la più grande vittoria di Napoleone, irripetibile perché unica nel suo svolgimento e nelle conseguenze del suo esito. Detta anche la battaglia dei tre imperatori, per l’appunto Napoleone Bonaparte, Alessandro I di Russia e Francesco II d’Asburgo – Lorena, fu combattuta il 2 dicembre 1805 nelle vicinanze della cittadina di Austerlitz in quella che è l’attuale Repubblica Ceca fra l’esercito francese, forte di 73.000 uomini con 139 cannoni e la coalizione Russa – Sacro Romano Impero con circa 86.000 effettivi e 278 cannoni. Le perdite furono particolarmente rilevanti (25.000 fra morti e feriti e 12.000 prigionieri) per gli avversari di Napoleone, ma le conseguenze maggiori furono politiche e territoriali, con la potenza asburgica ampiamente ridimensionata e l’orso russo praticamente ammansito. Di questo epico scontro parla Sergio Valzania nel suo interessante saggio intitolato appunto Austerlitz La più grande vittoria di Napoleone proponendo ai lettori i prodromi, i preparativi, lo svolgimento della battaglia e le conseguenze. L’autore se pone giustamente l’accento sul piano militare non trascura però l’importanza del risultato dal punto di vista dell’effetto nel territorio europeo, poiché grazie al successo Napoleone si presentò definitivamente come colui la cui potenza risiedeva nell’invincibilità e se poi questa pregiudiziale così importante per gli avversari venne meno fu solo per la disastrosa campagna di Russia, voluta da Napoleone stesso più che convinto, sbagliando, della sua impossibilità di essere sconfitto. Del resto all’aspetto psicologico il Bonaparte dava somma importanza, visto che la vera chiave del successo di Austerlitz era consistita nel far presupporre agli avversari di essere impreparato, cioè in difficoltà sia tattica che strategica; incautamente abboccarono e quasi certi della loro vittoria commisero errori tattici che determinarono la loro sconfitta.
Come è possibile immaginare ampio risalto viene dato allo svolgimento della battaglia, offrendo così un magistrale esempio di storia militare, un risultato che potrà risultare gradito anche ai profani per lo stile snello e per nulla pedante dell’opera.
Da leggere.