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Il grande camminatore
Dal 1929 al '56 , quando morì all'età di 78 anni, lo scrittore R. Walser trascorse la propria esistenza in clinica con una generica diagnosi di 'disturbi mentali' . Sulla gravità di essi non sappiamo, ma dal ritratto che ne emerge da queste lunghe "Passeggiate", distribuite nell'arco dell'ultimo ventennio di vita compiute con C. Seelig, possiamo avere parecchi dubbi. L'ambito intellettivo risulta essere sicuramente integro e la memoria pare aver conservato ben viva la cultura accumulata ed elaborata nel tempo.
Durante le numerose escursioni intraprese insieme, si cammina molto e in qualsiasi stagione o condizione atmosferica. Si fa tappa con un lauto pranzo, qualche sosta diventa occasione per bevute o visite in pasticceria. Ma più interessante è il dialogo fra i due, con le acute osservazioni dello stesso Walser.
Le frecciate in campo artistico certamente non mancano : "Di fronte a quegli scrittori che eccellono nell'azione e si servono del mondo intero per i loro personaggi, io sono diffidente a priori: le cose di tutti i giorni sono abbastanza belle e preziose perché se ne possano far scaturire scintille di poesia".
La saggezza pare salda : "Volersi opporre a leggi eterne è un segno d'immaturità spirituale".
Per quanto concerne la propria vita, risulta essere un uomo quasi felice : "Quando uno cerca il bello, il più delle volte gli viene gentilmente incontro" ; "In clinica ho quel che mi occorre, la pace", e "la vecchiaia (...) può essere così prodiga di gioie!".
Per chi ama la scrittura di Robert Walser, un libro imperdibile.
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