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Un percorso di donne a Torino
Marcella Filippa pubblica Donne a Torino nel Novecento, edito dalla casa editrice Edizioni del Capricorno. Uscito assieme al quotidiano La Stampa l’otto marzo scorso in occasione della Giornata Internazionale della Donna e ora presente in tutte le librerie, il libro ripercorre, nell’arco di un secolo, le strade di una Torino diversa: quella vista attraverso gli occhi femminili che ne hanno calcato le vie,
“Dalle suffragette dei primi anni del secolo alle sartine, dalle sigaraie della Manifattura Tabacchi alle operaie nelle fabbriche in guerra, dalle donne partigiane ai movimenti degli anni ’60 e ’70, Marcella Filippa racconta la Storia attraverso le piccole, grandi storie delle donne torinesi, lavoratrici, madri, scienziate o artiste che siano.”
Il testo dà una visione aerea sulla storia di Torino, appunto, attraverso molte storie di donne che hanno contribuito a delinearne l’identità. Sono donne di diversa estrazione sociale e cultura, e di diversa origine nazionale, donne note e meno note, che hanno lasciato un’impronta nella politica, nel mondo del lavoro, della solidarietà, donne che hanno subito persecuzione, che si sono prodigate per gli ultimi, che si sono impegnate per migliorare la condizione delle donne ed accrescerne la cultura. Il libro è diviso in dieci capitolo più un epilogo e segue un percorso, insieme cronologico e tematico, che parte dagli inizi del ‘900 e dalle prime femministe che lottavano per il voto alle donne; e da questo primo capitolo si intuisce subito l’andamento del discorso, che di ogni epoca accosta ed unisce gli aspetti più squisitamente politici con le forme del lavoro femminile e i riflessi della cultura anche popolare.
Impossibile citare tutte le donne descritte nel libro, ma tutte queste, che l’autrice estrae dall’oblio e ci segnala, perché possiamo approfondire le loro storie, che hanno speso la vita per un ideale di solidarietà che spesso le ha portate a grandi rinunce personali relative alla vita familiare. Molte di esse rinunciano a formarsi, infatti, una famiglia vera e propria, e rinunciano anche alla maternità.
Inoltre da questi ritratti, indubbiamente, emerge anche il profilo di Marcella Filippa, il suo gusto per la ricerca, l’attenzione alle donne protagoniste della storia, anche se spesso ignorate o boicottate, l’attenzione ai piccoli gesti, al non detto, alle forme della vita, ricca o povera, trionfante o sacrificata, il riconoscimento delle scelte, anche opposte fra loro, quando siano animate dall’amore per la libertà, dal rispetto e dalla tolleranza. E’ da sottolineare la sua abilità nel dare vita a una narrazione così densa di protagonisti, di temi e di eventi, e insieme così scorrevole e unitaria, accompagnata da un ricco materiale iconografico che rende il libro molto intrigante e con esso la sua lettura.
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mi segno il titolo. Interessante recensione.
Federica