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ANIMA TRAGICA
Matteo Collura eccelle con questo scritto nella restituzione al lettore contemporaneo di un grande autore, di un uomo complesso – in assoluto il meno ingabbiabile in qualsivoglia categoria- , frammentato e dilaniato. Lo fa, al suo solito, attingendo a piene mani dalla stessa produzione letteraria dell’artista di cui parla, dalle sue lettere private, e in questo caso le missive a Marta Abba hanno rappresentato fonte copiosa, nonché dai ricordi delle persone che gli furono vicine, poche in realtà. È ad ogni modo regina la sua produzione teatrale; in ogni dramma celato il suo dramma, in ogni battuta compendiato il suo pensiero; visibile sempre e comunque lo strappo. Stride il racconto della vita con la grandezza della pagina scritta; addolora conoscere il prezzo del successo avuto in vita, il pegno pagato all’arte in cambio della sua devozione totale. Emerge oltre al ritratto di un uomo solo, un uomo capace, secondo il suo sentire, di far del male indirettamente a chi gli sta vicino, un uomo con una mania di controllo che lo ingabbia fino al testamento ad un volere discutibile e ad una preoccupazione eccessiva. Un marito defraudato della moglie, un padre devoto ma dalla presenza troppo ingombrante per l’autonomia filiale, un uomo attempato condannato infine all’amore platonico. Un uomo solo, come tutti, ma schiacciato dalla sua stessa identità, non tanto quella che in vita sogliono attribuirgli i più svariati giudizi critici, da lui sempre mal sopportati, quanto quella stessa sfuggente materia di cui si sente fatto e che mal sopporta le infinite maschere a cui soggiace, un uomo che ha intravvisto la difficoltà del vivere rimanendo imbrigliato e affascinato dalla sua bellezza complessa, incompiuta , limitata ad uno sputo di vita.
Biografia vivamente consigliata anche per scoprire i segreti dell’attribuzione del Nobel, i veri rapporti col fascismo e col Duce, la natura dell’amore con la sua Musa, per una rilettura ragionata dei suoi drammi più importanti e della loro genesi dalla produzione novellistica, ma soprattutto per avvicinarsi ad un’anima tragica la cui condanna in vita fu l’arte tutta nutrita di infelicità.
Ho sempre amato Pirandello, l’autore, mi accosto ancor di più a lui e con rinnovato interesse pur rimanendo confusa e annientata da questa figura di uomo; plaudo a Collura che ancora una volta imprime ai suoi soggetti la giusta caratterizzazione siciliana che imprime l’anima alla nascita e la scolla dal resto dell’esistenza. Richiamo in ultimo la bella biografia di Sciascia, “Il maestro di Regalpetra. Vita di Leonardo Sciascia .” e invito alla lettura di entrambi i volumi.
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Commenti
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A suo tempo, ho amato moltissimo "Il fu Mattia Pascal" e spero di leggere presto altre sue opere.
Grazie della bella segnalazione! :)
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Elena