Dettagli Recensione

 
Ho sparato a Garibaldi
 
Ho sparato a Garibaldi 2017-09-05 03:32:48 Renzo Montagnoli
Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
3.0
Contenuti 
 
3.0
Approfondimento 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    05 Settembre, 2017
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Colui che osò ferire Garibaldi

Garibaldi, dopo la fortunata spedizione dei Mille, era rimasto con l’amaro in bocca, perché l’amata Roma era ancora in mani papaline, ben protette dai soldati francesi. Era un uomo, però, che non si dava per vinto, così che raccolti dei volontari, sbarcò in Calabria, ma sull’Aspromonte si imbatté in un grosso reparto di soldati regi, mandati a intercettarlo onde non provocare con il suo comportamento pericolose tensioni con la Francia. E’ in quell’occasione che l’eroe dei due mondi fu colpito al malleolo da un proiettile sparato dal fucile del tenente dei bersaglieri Luigi Ferrari che, benché avesse ricevuto l’ordine di fermare i rivoltosi con qualsiasi mezzo, evitò volontariamente il bersaglio grosso. Subito dopo, ci fu la ritorsione di un garibaldino che ferì con un proiettile al piede l’ufficiale regio. Le conclusioni della vicenda furono diverse, però, perché Garibaldi venne curato dai migliori medici, mentre il povero Ferrari dovette subite l’amputazione del piede. Il fatto di essere riuscito a fermare Garibaldi e la ferita patita gli valsero comunque una medaglia d’oro al valor militare, con una motivazione non esplicita, ma che lasciava intendere molte cose («Adempì all'amaro compito di comunque fermare il generale Garibaldi in marcia verso Roma, Aspromonte 1862»). Fino a quando un commilitone non rese nota l’effettiva origine dell’encomio il Ferrari era un valoroso soldato, ritiratosi dall’esercito per la menomazione e divenuto stimato sindaco di Castelnuovo Magra. Alla notizia seguì una maledizione, giacché ora anarchici e garibaldini sapevano con chi prendersela per la ferita del loro eroe. Ferrari si dimise da sindaco, si rifugiò a La Spezia, ma ormai aveva tutto l’interesse di diventare un signor nessuno, di gettare alle spalle quel passato, anche eroico, durante il quale aveva combattuto nella prima e seconda guerra d’indipendenza e di cui il libro parla ampiamente.
Interessante? Sì e no, perché in fondo è quasi una notizia di cronaca; resta il fatto, comunque, che permette di conoscere gli spasmi di un periodo storico in cui il mito era intoccabile, passibili quasi del reato di lesa maestà anche se sono convinto che, se dopo il fattaccio e a ferite ormai rimarginate fosse stato combinato un incontro fra Ferrari e Garibaldi, conoscendo l’animo generoso di quest’ultimo, le cose sarebbero andate diversamente; non ci sarebbe stata senz’altro quella damnatio memoriae che per tanto tempo accompagnò la famiglia Ferrari, rea di essere imparentata con quel criminale che si era permesso di sparare, ferendolo, all’eroe dei due mondi. L’incontro, o almeno il tentativo di abboccamento ci fu, però con Garibaldi ancora convalescente, che non lo ricevette, ma si limitò a salutarlo militarmente da una finestra.
E’ stato proprio per liberarsi da un peso originario che si portavano appresso che, i due autori, entrambi discendenti di Luigi Ferrari, hanno scritto questo libro per restituire alla memoria un personaggio nel complesso senz’altro positivo.
La lettura è comunque gradevole e anche per questo consigliata.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
80
Segnala questa recensione ad un moderatore

Commenti

2 risultati - visualizzati 1 - 2
Ordina 
Per inserire la tua opinione devi essere registrato.

Bello riproporre all'attenzione Garibaldi. Fino a qualche anno fa era visto da molti come un eroe. Ora sta incontrando, soprattutto qui nell'Italia del Nord, un periodo di oblio se non di ostilità.
In risposta ad un precedente commento
Renzo Montagnoli
07 Settembre, 2017
Segnala questo commento ad un moderatore
E non si comprende il perchè, visto che a fronte di qualche difetto di poco conto, aveva tanti pregi di rilevante spessore, primo fra tutti una grande onestà.
2 risultati - visualizzati 1 - 2

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

La vita a volte capita
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il dio dei boschi
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il sistema Vivacchia
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Il passato è un morto senza cadavere
Valutazione Utenti
 
4.3 (2)
La mano dell'orologiaio
Valutazione Utenti
 
4.3 (1)
L'ora blu
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Malempin
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Morte in Alabama
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
La città e le sue mura incerte
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)
Per sempre
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Lo spirito bambino
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)
Fumana
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

Eleonora d'Aquitania
I diciotto anni migliori della mia vita
Tutankhamen
L'origine degli altri
Il tribunale della storia
Memorie dalla Torre Blu
Nulla è nero
Non per me sola. Storia delle italiane attraverso i romanzi
A riveder le stelle
Marco Polo. Storia del mercante che capì la Cina
The Queen. Diario a colori della regina Elisabetta
Margaret Thatcher. Biografia della donna e della politica
L'arte della fuga
Dante
Autunno a Venezia. Hemingway e l'ultima musa
Passione sakura