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Nagasaki per scelta o per forza
 
Nagasaki per scelta o per forza 2017-08-19 14:32:59 Mian88
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Contenuti 
 
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4.0
Mian88 Opinione inserita da Mian88    19 Agosto, 2017
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Quel 9 agosto 1945..

Tutto ha avuto inizio per caso. Alberto Angela, a fronte de molteplici interrogativi che lo attanagliavano in merito a quanto accaduto a bordo degli aerei che hanno sganciato le prime bombe atomiche della storia, è stato spinto a realizzare non una ma ben due trasmissioni dedicate all’argomento, trasmissioni poi diffuse attraverso il suo programma, “Ulisse”. Ed è proprio in questa ricerca di fonti, aneddoti, materiali e liste, che quel nome è saltato ai suoi occhi. Un nome semplice, ma chiaramente di origine italiana: Fred Olivi.
E’ così che ha appreso che, Federico Giovanni Olivi, nato a Chicago da immigrati italiani provenienti da Corsanico località sita in prossimità di Viareggio, in Toscana, non solo aveva preso parte alla guerra ma che era stato anche copilota dell’aereo che aveva sganciato la bomba di Nagasaki. Ciliegina sulla torta? In merito aveva provveduto a scrivere un libro che, purtroppo, essendo autoprodotto, era semplicemente introvabile. Tuttavia, Alberto Angela, non si è dato per vinto, ed ora eccoci qua, col risultato finale; “Nagasaki per scelta o per forza”.
Ha inizio sin dal principio, il resoconto di Fred. Egli, a ragione veduta, parte, nella sua narrazione, dal descrivere chi era, com’era cresciuto e quale incidenza aveva significato la guerra nella sua vita tanto da spingerlo ad arruolarsi, tanto da consentirgli di essere reclutato per quel volo secretato, per quella missione così criptica. Per, di poi, descrivercelo quel giorno. Era il 9 agosto 1945, ed egli era copilota di quel B29 – il Bockscar – che è passato alla storia per aver sganciato la bomba atomica su Nagasaki. Una missione, tra l’altro, affatto semplice, poiché contornata da molteplici difficoltà in volo (atmosferiche, in particolare) che comportarono, oltretutto, il mancamento del primo obiettivo, la città di Kokura.
Costituito prevalentemente dai diari di Olivi, ed arricchito da molteplici foto atte a ricostruire un passato che ad oggi ci sembra così lontano tanto che soventemente taluni tendono a dimenticarlo, ed avvalorato ancora da un linguaggio colloquiale – forse un po’ troppo lascivo in materia di punti esclamativi e punteggiatura varia – che rende palpabile e vicino il componimento al lettore, il testo scorre rapido, facendosi facilmente (e troppo rapidamente) concludere.
Dal punto di vista contenutivo purtroppo è ravvisabile qualche errore cronologico di non poco conto. Fra questi, sfortunatamente, va annoverato quello relativo allo sgancio del Little Boy indicato per le ore 09.15 contro il dato comprovato – e risaputo – che gli orologi di Hiroshima esalarono il loro ultimo ticchettio alle ore 08.15.
Perché leggere detta opera? Per il confronto, per poter mettere a paragone i due fronti in battaglia. L’elaborato è stato scritto da un uomo che si è arruolato come volontario, da un uomo orgoglioso di partecipare, da un uomo che voleva contribuire alla riuscita del conflitto, dati questi che fanno perdere di imparzialità allo scritto ma che al contempo sono riprova di quanto la sua fede per missione fosse integra. Mai alcun dubbio ha scalfito la mente del protagonista, nemmeno a decenni dalla pubblicazione delle critiche informazioni che hanno portato a eventi catastrofici di cui oggi abbiamo contezza.
In conclusione, una lettura piacevole, adatta a chi vuol approfondire (e a chi come me ama) l’argomento e a chi cerca un saggio che sappia offrire una diversa prospettiva di analisi.
Non posso, per questo, non ringraziare la persona che mi ha reso destinataria di questo componimento. Ho dovuto attendere prima di leggerlo, ho dovuto attendere prima di recensirlo, ma a distanza di mesi dalla sua conclusione, non sono ancora riuscita a riporlo nella libreria; è sul comodino in attesa di essere scorto quando al mattino, quando alla sera, quando nei momenti più disparati della giornata, è sul comodino pronto a darmi nuovi spunti di riflessione, è sul comodino ad incitarmi di sondare, vagliare ed arricchire ancora e ancora le mie conoscenze circa questo atto così significativo della nostra storia.

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Laura V.
19 Agosto, 2017
Ultimo aggiornamento:
19 Agosto, 2017
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Una pagina davvero drammatica della storia contemporanea. Mi chiedo se questa persona fosse pienamente consapevole di ciò che sarebbe accaduto dopo aver sganciato quella maledetta bomba...
Sospensione dell'essere umano è richiesta comunque in ogni azione di guerra... altrimenti non ci sarebbe niente da documentare. La sofferenza è conseguente e inevitabile, sempre e per fortuna... Peccato non funga da monito.
Ciao Mian, bello il commento ed il libro fermo sul comodino.
Io lo riposi subito, ma di questo testo resta qualcosa che rifugge la polvere del tempo.
Rispetto l'ignoranza dei tempi sull'atomica e su cosa Olivi trasportasse in missione, rispetto la sua ideologia, il suo essere un militare ed eseguire gli ordini. Non riesco a spiegarmi pero' come un essere umano, decenni dopo quel giorno e constatando in maniera certa gli effetti di uno sgancio atomico sulla popolazione, non possa tradire una briciola di rimorso. una briciola sola, seppur restando fermo nella sua visione strategica dei fatti.
Mentre leggevo il libro ed ogni giorno a seguire pensavo e penso che mi sarebbe piaciuto - mio malgrado - tornare al Peace Memorial Park con l'Olivi e infine chiedergli : Ma veramente ? Nemmeno una briciola ?

SE passi dal Giappone fallo un salto ad Hiroshima. Lo dico a chiunque e mai nessuno mi dà retta, ma io insisto. E' un'esperienza che stravolge i punti di vista. E' un'esperienza atroce. Per quanto si sia letto non si puo' capire l'atomica finche' non ci si reca di persona nei luoghi dell'atomica. Cosi' la vedo io ;-)
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Mian88
21 Agosto, 2017
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Concordo con te Laura, una delle pagine più drammatiche e per questo da non dimenticare. Personalmente no, non credo che se ne sia mai reso concretamente, e questo in parte credo sia dovuto al radicato patriottismo insito in talune popolazioni.
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Mian88
21 Agosto, 2017
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Esatto, peccato non funga da monito. Mai. :-(
In risposta ad un precedente commento
Mian88
21 Agosto, 2017
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Me lo sono richiesto più volte anche io C.U.B e forse è anche per questo che ho aspettato a recensirlo così come a riporlo. L'unica spiegazione che sono riuscita a darmi è individuata nel profondo patriottismo che è radicato in determinate popolazioni. Francamente non sono riuscita a darmi altre motivazioni, perché, a mia volta, non me lo spiego.
Mi credi se ti dico che sono almeno 15 anni che desidero andare ad Hiroshima? Ancora non ci sono riuscita, ma non mollo. Prima o poi ci riuscirò.
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