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Identità reale o reale identità?
Corposa biografia consegnata al mondo nel lontano 1932, testo che ebbe il merito di bilanciare la verità storica restituendo identità reale ad una regina ma prima ancora ad una donna. Zweig chiarisce fin dal sottotitolo e poi attraverso la breve nota introduttiva, il taglio dato al suo lavoro: parla semplicemente di “una donna comune, non troppo intelligente” , di una donna “media” che la storia ha plasmato in eroina involontaria dandole la possibilità di riscattare ,con gli ultimi anni ,la sua esistenza insignificante seppur contestualizzata in una cornice dorata. L’autore ripercorre gli anni di questa esistenza con la professionalità dello storico più scrupoloso, evitando di cadere nella tentazione di infiocchettare una narrazione, di per sé dall’oggetto evidentemente popolare, con l’insieme di dicerie, leggende, documenti falsati, che da soli animano un romanzo nel romanzo. Ribadisce a più riprese il fine lavoro di espunzione di tali materiali e dal suo scritto e dalla sua mente, rendendosi capace di offrire la storia in una brillante trasposizione, animata dunque da altissimo genio creativo. Opera ardua non confondere le fonti, non annebbiare la mente, non oltrepassare il limite del reale per addentrarsi nel baratro dell’immaginazione, della calunnia, della falsificazione, della mistificazione. Rigoroso Zweig legge le fonti, non solo quelle scritte, studia il personaggio, contestualizza i fatti, arma la sua penna e difende il vero entrando in un’epoca e restituendocela nella sua integrità. Parlandoci di Maria Antonietta inneggia alla Dea Libertà, sorride sornione sui disastrosi esiti storici di quell’insieme di azioni e reazioni che è passato alla storia col nome di Rivoluzione Francese. Acutissimo riesce a rianimare la storia, lavora finemente alla psicologia dell’arciduchessa d’Austria, ne fa rivivere incoscienza e incapacità nei suoi deliziosi anni adolescenziali. La rappresenta nelle amarezze di un matrimonio non consumato per ben sette anni, la ritrae soprattutto con le parole della madre Maria Teresa d’Austria, solo le parole di una madre sono capaci di rendere i limiti di una figlia. Assurge quasi a suo paladino quando nella condotta dei suoi ultimi anni, dopo averci minuziosamente dilettati con la rassegna dei divertimenti e delle debolezze reali, riesce a cogliere l’attecchire dei presaghi moniti materni e l’evolversi del suo spirito in quello di una donna vera ora , non più l’emblema di un’epoca ma la compiutezza di un individuo.
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Di Zweig biografo ho letto solo il libro su Dostoewskij : ne sono stato piuttosto deluso, perché da una biografia m'aspetto non un ritratto empatico, bensì una ricca documentazione, una ricostruzione rigorosa supportata da fonti vagliate con scrupolo...
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Questo titolo mi manca e devo correre all'acquisto.
Il tuo giudizio positivo e senza macchie mi fa pregustare un ottimo lavoro