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Il sogno ottomano
Non solo l’ultima crociata, cioè quella che allontanò definitivamente gli ottomani dalle mura di Vienna, la loro mitica “mela d’oro” che avrebbe dovuto aprire le porte per arrivare a Roma, la “mela rossa”, ma secoli di insanabili conflitti fra il mondo cristiano e quello islamico sono oggetto di accurata trattazione in questo bel saggio di Arrigo Petacco. Il libro, però, non vuole nelle intenzioni dell’autore essere solo una cronistoria di guerre combattute per terra e per mare, ma si propone di attirare l’attenzione su un contrasto che deriva dall’osservanza del Corano che esplicitamente indica che gli infedeli, cioè noi cristiani, dobbiamo essere sottomessi e praticamente rinunciare alla nostra fede per diventare maomettani. Non è un caso quindi se l’opera inizia con un richiamo alla lectio magistralis pronunciata nel 2006 da Benedetto XVI a Ratisbona, città dell’odierna Baviera che richiama una Lega Santa della cristianità che portò alla famosa battaglia di Lepanto, allorchè la flotta ottomana fu sbaragliata e fu frenato così l’impeto di espansione verso occidente che sempre caratterizzò la politica della Sublime Porta. Nelle pagine è un susseguirsi di scontri, di battaglie, di tensioni che mai si smorzavano e che solo la grande vittoria, ottenuta da Eugenio di Savoia comandante supremo delle truppe imperiali a Zenta nel 1697,. sembrò, una volta per tutte, stroncare il crescente e temibile pericolo islamico, che ogni tanto, tuttavia, si ripresenta, come è cronaca della fine del secolo scorso e dei primi anni di questo. La materia è complessa e molto vasta, ma fra tanti dati e tanti fatti Petacco si destreggia molto bene e riesce a fornire un quadro completo ed esauriente, senza per nulla affaticare il lettore, che anzi può apprezzare lo stile scorrevole e il ritmo adeguato alle circostanze, costante, senza brusche accelerazioni e improvvisi rallentamenti. È un libro di storia, ma si legge come un romanzo particolarmente avvincente dalla prima all’ultima pagina. Le citazioni sono frequenti, ma anziché, come non di rado accade, appesantire, sono scelte con arguzia e intelligenza, così che impreziosiscono il racconto, danno l’impressione che a parlare non sia l’autore, ma siano i protagonisti di questa epica lotta. Si impara molto e, quel che più conta, con piacere, così che si riesce anche a comprendere, in modo chiaro e incontrovertibile, che solo un’Europa unita, come accadde in occasione delle crociate, può fronteggiare con successo il pericolo derivante da un concetto di religione che fa sì che uno stato, che dovrebbe essere laico, è invece uniformato a un regime teocratico, in cui l’identità fra potere temporale e potere spirituale è solo foriera di disastri per l’umanità.
Da leggere, quindi, senz’altro.