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Lui voleva ucciderti, ma tu non lo farai
Tutti noi siamo rimasti colpiti dalla incredibile e triste storia di Alessia e Livia, le due gemelline portate via dal padre, il quale non si sa bene cosa abbia fatto di loro prima di farsi investire da un treno in Puglia. Quello che in particolare mi ha sempre colpito di questo caso è la freddezza e allo stesso tempo la crudeltà di cui quest'uomo è stato capace per organizzare una cosa simile. Va bene essere psicorigido, maniacale, avere evidentemente qualche turba mentale, ma come si può arrivare a tanto solo per far del male del male alla persona che ti ha lasciato? Certo, non sarebbe il primo purtroppo che uccide i propri figli, ma lui è stato capace di fare di più: ha condannato questa donna a dover sopravvivere non solo con l'assenza delle figlie, ma anche con il non sapere che fine hanno fatto davvero. E ha fatto tutto ciò con una incredibile freddezza e attenzione, anche se leggendo queste pagine ci rendiamo conto che forse qualche traccia poteva anche esserci, ma le indagini non sono state molto approfondite da parte delle autorità svizzere.
Non voglio essere ipocrita, ma mi sono sempre chiesta: come farà questa donna ad andare avanti? Si ucciderà anche lei? Ho letto con piacere queste pagine che parlano di lei, del suo coraggio e della forza che ha trovato per continuare a vivere, della grande umanità che mostra nonostante tutto, ma anche della rabbia che traspare da alcuni passaggi (soprattutto quelli relativi alle indagini), rabbia che ovviamente ha trasmesso anche a me che leggevo.
Mi ha anche stupito come riesca a parlare di Mathias, l'uomo che le ha letteralmente distrutto la vita, in modo anche piuttosto distaccato, senza vomitargli addosso tutto l'odio che si meriterebbe. Parla poco di Alessia e Livia, almeno direttamente, ma la loro presenza si percepisce in ogni pagina del libro così come loro sono sempre presenti in ogni giorno della vita della madre, la quale è comunque piuttosto realistica sulla sorte delle bambine, ma ha comunque la speranza che chissà...
E' un libro delicato, che dice tanto senza mai passare il limite, cosa c'è di più difficile di sopravvivere all'assenza?