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Il maestro di Regalpetra. Vita di Leonardo Sciascia
 
Il maestro di Regalpetra. Vita di Leonardo Sciascia 2015-11-08 12:20:21 Emilio Berra TO
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Emilio Berra  TO Opinione inserita da Emilio Berra TO    08 Novembre, 2015
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"La memoria, il futuro"

Diciamo subito che questo libro su Sciascia è molto interessante, ma non raggiunge la qualità della biografia di Pirandello, dello stesso biografo Matteo Collura, intitolata "Il gioco delle parti".
Ciò, secondo me, perché sono state qui usate quasi esclusivamente fonti pubbliche, in quanto Sciascia non ha lasciato dietro di sé scritti privati, appunti, diari. Tant'è che l'intera esistenza dello Scrittore ci pare vissuta sotto l'insegna della Ragione, usata come orientamento e forse come riparo.
Fanno eccezione le testimonianze sugli ultimi giorni di vita : davanti allo spettro della morte, la ragione non vuol sentire ragioni.
Se l'aver intaccato la riservatezza di un'agonia ci mette a disagio, occorre però riconoscere che in questo modo ci viene restituita un'immagine umanissima di questo Autore, di cui conosciamo essenzialmente il distacco, almeno apparente, che lo caratterizzava.

In fondo, "la scrittura non è che il trasferimento in letteratura di un modo di essere, di un modo di concepire e vivere la vita". E Sciascia poneva l'impegno civile fra le priorità. Anche per questo ammirava tanto Manzoni : "la scrittura come impegno morale", la profonda conoscenza della Storia, forse il senso religioso non asservito al potere; dimensione, quella religiosa, che il letterato siciliano sempre visse in un ambito interiore e privato.
"I promessi sposi", sosteneva, è un libro che "contiene già tutto quanto noi conosciamo: la mafia, (...) l'ingiustizia, l'emigrazione...". La mafia, appunto. "Questo è un paese di mafia più di atteggiamenti che di fatti; benché i fatti (...) non si può dire che manchino"; e confida: "quando denuncio la mafia, nello stesso tempo soffro poiché in me (...) continuano a essere presenti (...) i residui del sentire mafioso".
Con l'avanzare dell'età e per quanto vedeva intorno, Sciascia diventa sempre più pessimista: "vent'anni fa credevo possibile che il mondo potesse cambiare; oggi non più". Come notava Moravia, i racconti polizieschi del nostro Autore partono spesso dalla chiarezza, ma finiscono nel mistero.
In questo pessimismo, come già avvenne per G. Verga, si fa strada la pietà come valore insostituibile.

Negli ultimi scampoli di vita, emerge uno scrittore che vuole dare un orientamento diverso alla sua produzione: voleva scrivere una storia che fosse un messaggio di speranza, "un atto estremo di ottimismo che dia senso alla sua vita e alla letteratura", dice il biografo. Raccoglieva documenti su una vicenda realmente accaduta nel '45, in cui due uomini di opposta ideologia politica fanno prevalere il sentimento della solidarietà. Il libro che non ci è giunto: non fece in tempo a scriverlo.

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libri di Sciascia
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Commenti

10 risultati - visualizzati 1 - 10
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Una bella analisi, come sempre, Emilio. Mi é piaciuto molto il riferimento a ciò che Moravia pensava delle opere di Sciascia. La trovo un'osservazione molto giusta. Ed é ciò che accade nella società contemporanea. Ciò che ci sembra chiaro e evidente nasconde spesso, troppo spesso, un'altra veritá...
ome sempre una ottima recensione ,Emilio, grazie !
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Emilio Berra  TO
08 Novembre, 2015
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Grazie Anna Maria.
Spesso è come dici tu.
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Emilio Berra  TO
08 Novembre, 2015
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Ti ringrazio, Matelda.
Sciascia é uno dei miei autori preferiti e vedo che hai saputo cogliere, nella critica si questa biografia, la sua essenza. Adesso non sono in grado di dire se questo libro di Collura sia inferiore a quello in cui ha parlato di Pirandello, perché quest'ultimo non l'ho ancora letto e pertanto parlo solo di quel che so. Però sono dell'opinione che il bravo Matteo sia riuscito a fornire un quadro completo e approfondito dello Sciascia uomo e dello Sciascia scrittore e questo è un merito indubbio, anche perché Sciascia, per quanto bravo, non è certamente conosciuto come Pirandello. Figli della stessa terra, sono di due epoche diverse, separati da una guerra, ma entrambi hanno saputo evidenziare come non esista mai una verità assoluta, e che anzi quella che appare cela quaso sempre in sé , in una serie di sfaccettature, una molteplicità di verità.
siti
08 Novembre, 2015
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Ciao Emilio, allora non mi resta che leggere di Pirandello, tra l'altro uno dei miei autori preferiti in assoluto. Bel commento anche se a me è piaciuto senza riserve, concordo con quanto sostanzialmente già espresso da Renzo. Un saluto e alla prossima tua proposta che aspetto con curiosità e con interesse, come sempre.
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Emilio Berra  TO
08 Novembre, 2015
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Grazie Renzo.
Effettivamente è un libro parecchio interessante. L'inferiorità rispetto a quello su Pirandello, secondo me, deriva non tanto dal biografo, quanto dalla disponibilità delle fonti, che qui sono quasi interamente 'pubbliche', quindi già conosciute da chi segue Sciascia. Su Pirandello invece c'è una valanga di corrispondenza privata, ai figli..., per non parlare dell'epistolario a Marta Abba: ne esce un uomo che vive dolorosamente ed estremamente condizionato dall'emotività.
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Emilio Berra  TO
08 Novembre, 2015
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Grazie Laura.
Su Pirandello sono stato molto sorpreso dalle fonti che non conoscevo: quante lacrime ha versato quell'uomo!
Riconosco Sciascia nel tuo ritratto "mediato" dal libro in commento. Non sapevo del libro che non ci è arrivato. Peccato.
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Emilio Berra  TO
09 Novembre, 2015
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Grazie per avermi letto, Rollo.
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