Dettagli Recensione
Nanà
La narrazione della vita di Leonardo Sciascia ad opera di Matteo Collura è un fedele ritratto del maestro di Regalpetra, è insieme affettuoso ricordo e prezioso lavoro. Scrivere di questo autore non è facile, farlo rispettandolo, ancora meno. La scelta di Collura è quella vincente, di Sciascia parla attraverso le sue opere e tutti i suoi scritti unendo ad essi testimonianze di prima mano. Il risultato è allora una godibilissima biografia che offre il ritratto dell’ uomo e con esso e in esso quello del letterato.
In Sciascia è preponderante la dimensione umana, la velleità del letterato non gli appartiene né gli appartengono i narcisismi che ne potrebbero derivare. Matteo Collura ci restituisce Nanà, presentandolo da morto per poi immergerci a ritroso, come in una sorta di redenzione, nel suo viaggio della vita.
20 novembre 1989 - 8 gennaio 1921
Scendiamo fino a Racalmuto ed entriamo nella Sicilia della polvere e delle zolfare. Percorriamo un’esistenza dall’era fascista allo sfascio totale degli anni ’80, passando per una repubblica dilaniata e depredata ma ancora madre di uomini generosi il cui destino atroce fu, in coda a tanti prima, segnato negli anni ’90.
Il lavoro è onesto, dice infatti Collura: “Sciascia non è un uomo da santificare. È un uomo, uno scrittore col quale bisognerà sempre fare i conti quando si affonderanno i passaggi più oscuri e inquietanti di trent’anni di vita italiana”.
Il libro pare vivere di un’interna dicotomia, giunto alla narrazione di Sciascia scrittore famoso, Collura decide di raccontare il resto dell’esistenza dell’autore focalizzando l’attenzione sulle “inquietudini”, sulle “tragedie”, sui “drammi esterni”. Lo scrittore diventa personaggio e mentre prosegue nella sua generosa produzione, intesse fitte relazioni che parrebbero ingabbiarlo in un entourage di sinistra ma che in realtà gli offriranno l’ennesima occasione per superare schieramenti e categorie a vantaggio di una spiccata onestà intellettuale. Salteranno grandi amicizie: Calvino e Guttuso, le perdite più sentite.
La politica attiva, la più difficile delle carte da giocare, complica il suo percorso verso la verità, lui che definiva la “complicazione” “la forma moderna della stupidità” e che vedeva in essa la “malafede”.
La storia dell’Italia, quella più triste, costella il resto della sua esistenza: Moro, dalla Chiesa, Tobagi, la nascita del pool antimafia. Tutto gli si rivolta contro: i suoi scritti, le sue presunte veggenze, i suoi candidi ammonimenti. La biografia però regala in parallelo l’universo culturale che lo circonda o meglio di cui si circonda: incontriamo Fellini, Borges, andiamo in Spagna e a Parigi – viaggiamo lenti, in treno-, difendiamo Tortora e ci chiariamo con Borsellino.
Andiamo pure incontro alla morte, a testa alta consapevoli che non ci appartiene più ma preoccupati per il futuro di chi rimane. Abbiamo nel frattempo gustato una presentazione di tutti i suoi scritti, ritrovandoci o chiarendoci le idee su quelli già letti e pregustando il piacere che deriverà dalla conoscenza dei tanti, per fortuna, che ancora ignoriamo. Saremo sicuri che l’opera di Collura ci affiancherà come una insostituibile guida al momento giusto.
Sciascia è onestà e coraggio, verità e sconvenienza, umano sentire e lucida analisi. Per questo lo ammiro, per questo lo leggo.
Indicazioni utili
Commenti
6 risultati - visualizzati 1 - 6 |
Ordina
|
Sto leggendo anch'io questo libro e lo trovo molto interessante.
Ho scoperto Matteo Collura col testo che ha scritto su Pirandello.
Sono libri quasi necessari per approfondire le conoscenze di un autore.
Ferruccio
6 risultati - visualizzati 1 - 6 |