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Artisti di Montmartre : Suzanne e Raminou
Nata nel 1865 da una lavandaia e un padre sconosciuto, Marie-Clèmentine Valadon si trasferì presto a Montmartre. Piccola di statura e bellissima, i folti capelli scuri ed i grandi occhi blu incoronavano quel portamento regale, quella avvenenza carismatica a cui gli uomini non sapevano opporre resistenza.
Modella, musa ispiratrice di grandi pittori come Renoir e Toulouse-Lautrec , Degas, Puvis. Testarda e anticonformista, libertina amante di molti degli artisti che la immortalarono in preziose tele, non si piego' davanti alle raccomandazioni della madre quando incinta si rifiuto' di abortire quel figlio senza padre. Marie-Clèmentine era solare, allegra, amava la vita e il bambino era vita, oltre ogni diceria, oltre la poverta'. Amava anche disegnare, dipingere, e su consiglio di Lautrec cambio' nome diventando Suzanne, piu' adatto ai colori accesi delle sue opere.
Suzanne che proteggeva gli animali, che aiutava i randagi anche negli stenti della guerra. Fu così che raccolse da terra un gatto rosso, pelle e ossa ma altero, sensuale, vincente come lei. Raminou che la pittrice si porta sulla spalla, come fossero una cosa sola. Raminou che lei ritrae nei suoi dipinti, occhi negli occhi, sorridente e misterioso, malizioso sembra cercare un contatto alieno con quelle pupille che ti fissano.Che fissano Suzanne .
Successe un giorno in cui riflettevo su quanto i nostri animali domestici spesso ci assomiglino. Osservando delle foto storiche di artisti accanto ai loro cuccioli mi imbattei in questo titolo di Marina Alberghini, che ha avuto il merito di proporre una prospettiva molto originale: raccontare la biografia di grandi nomi accostandoli alle figure dei loro fedeli compagni di vita. Il testo, al cui stile attribuisco un voto medio per l'abbondanza di punti esclamativi che detesto, e' piuttosto insolito. Poco tecnico ma nemmeno romanzato, il ritmo mischia una narrazione che a volte sa di favola, a volte sembra la voce diretta di qualcuno che visse effettivamente il frizzante spirito di Montmartre. Tra stralci di frasi realmente pronunciate e immagini di quadri, la vita della Valadon scorre dall'atelier del conte Puvis de Chavannes, o da Rue Cortot dove l'allegro Pierre Auguste Renoir si innamorò del suo giardino, o dal grande studio di Lautrec nel Boulevard de Clichy.
Un'epoca speciale, un pullulare di intellettuali e artisti, una donna ostinatamente libera votata alla vita, nonostante le restrizioni dei tempi. Fino alle ultime pagine, dove un vecchio gatto rosso sosta davanti a una tomba di semplice fattura, al cimitero di Montmartre.
Diverso, una chicca. Buona lettura.
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Commenti
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Aggiungo sicuramente alla mia lista anch'io (gattolica e con tanto di gatta rossa - fra gli altri - all'attivo).
Grazie!
bello allargare gli orizzonti per poter evadere dalle strette gabbie commerciali.....
Il mese scorso, nel fitto dei cespugli che coprono la riva del mio giardino, si è insediata una splendida gatta rossa con due cuccioli (due peluche, vedessi come giocano tra di loro). Sono tanto belli, quanto selvatici... Sono molto diffidenti, l'umano deve compiere manovre attente: dar loro le crocchette, osservarli, e al tempo stesso lasciarli in quella libertà che li rende tanto belli! :-)
Ciao
Ma e' assurdo...devo parlare con la Alberghini al piu' presto.
Comunque sia in quei pochi capitoli e' una figura importante.
Ciao !
Che animali affascinanti, i cuccioli poi fanno morire dal ridere.
Io ho un micio rosso e bianco che vive in casa, e' un poeta intellettuale. Al massimo arriva sul balcone ma la sua gioia e' appostarsi su un grande davanzale e guardare il cielo, o i campi, o chissa' cosa vedra' mai...
:-)
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Nessuno ha dedicato un libro, un capitolo, alle passeggiate di Elsa Morante e Alberto Moravia per le strade di Capri; lei con un gatto al guinzaglio, lui con un gufo sulla spalla ?