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LACRIME. Pirandello dolente
"Se la portava addosso come una seconda pelle, la tristezza di veder tutto triste".
Questo bel libro di M. Collura è di grandissimo interesse per chi possiede qualche conoscenza delle opere pirandelliane.
L'autore compone una biografia di Pirandello (con particolare attenzione agli ultimi decenni di esistenza) mettendo in evidenza la relazione, talvolta strettissima, fra la vita e le opere del grande scrittore e drammaturgo, usando a piene mani documenti epistolari sia suoi che dei congiunti e di Marta Abba, celebre attrice e sua 'musa ispiratrice' .
Collura, pertanto, poco s'interessa agli aspetti formali, al contesto culturale-letterario e all'analisi psicoanalitica, benché alcuni spunti non mancherebbero. Rimane nel proprio ambito, ma l'approfondimento di esso è ricchissimo e molto ben supportato.
L'immagine che emerge è di un personaggio estremamente dolente, soverchiato nella vita privata e non rasserenato da quella pubblica-artistica, benché non gli siano mancati riconoscimenti.
All'assegnazione del Premio Nobel, scrive: "Non mi sono mai sentito tanto solo e tanto triste", e nel discorso tenuto in Svezia aveva aggiunto di di aver sentito "il bisogno di credere all'apparenza della vita senza alcuna riserva", traendone però "delusioni amare, esperienze dolorose, ferite terribili" : l'"apparenza della vita": notiamo come il rovello di molti suoi personaggi agisse prima ancora nel loro autore.
Il figlio Stefano lo ammoniva: "Tu trascuri cose umili e ciò provoca in te contraccolpi".
Pirandello visse una vita familiare che tanto lo angustiò: la pazzia della moglie portò in casa un clima tesissimo. La signora era addirittura gelosa della figlia, tanto che questa venne allontanata, dopo un tentativo di suicidio. Lo scrittore ricorda di aver "scritto 'Il fu Mattia Pascal' nel momento più tragico della mia vita (...) lavorando giorno e notte, mentre vegliavo la capezzale della mia povera inferma" : ecco il desiderio d'evasione dalle angustie coniugali.
La "povera inferma", da parte sua, scrive in una lettera al figlio Stefano poche settimane prima del ricovero, che di fatto fu definitivo : "E' il fluido della gran parte degli uomini siciliani che mette questa cappa di piombo nella propria famiglia. (...) in Sicilia la donna deve rappresentare 'Mater dolorosa' ". Proprio con questa espressione, Pirandello definirà il personaggio della Madre nei "Sei personaggi in cerca d'autore". Opera che rappresenta un incontro quasi incestuoso del Padre con la Figliastra: probabilmente l'autore elaborò uno degli incubi della moglie relativi alla gelosia verso la figlia.
Nel 1925 avviene l'incontro con Marta Abba: fu un amore essenzialmente platonico che (forse proprio per questo) durò fino alla morte del drammaturgo. Anche tale legame idealizzato fu fonte di cocente dolore: lei era quasi sempre lontana a mietere successi professionali. Lui, precocemente invecchiato, sempre più ripiegato sul proprio pessimismo. Il nipote Andrea avrebbe dovuto portare il nome del nonno, Luigi, ma Pirandello inviò un telegramma al figlio: "Scongiuroti tenere lontana bambino infelicità mio nome".
Indicazioni utili
Pirandello
Commenti
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Ferruccio
Per quanto riguarda "Il maestro di Regalpetra", l'ho già ordinato in libreria.
E' veramente molto interessante e anche molto accattivante.
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Questo su Pirandello sarà senz'altro una delle mie prossime letture.