Dettagli Recensione
Pesce d'aprile
QUANTE DONNE di Enzo Biagi ha il merito di proporre una lunga e articolata carrellatta di fatti, personaggi , immagini dell'ultimo paio di secoli italiani soprattutto ma anche europei e oltreoceano.
Si inizia da Napoleone , le prime automobili, il decollo dell'industria, il clamoroso successo americano del Caruso nostrano, la luce elettrica, il telefono. Mussolini di qua e Hitler di là, poi arrivano gli americani con la gomma da masticare, Rita Hayworth e Christian Dior decreta l'allungamento delle gonne.
Nella seconda parte del testo l'escursione si concentra su un giro del mondo degli amori, o degli ardori, per essere piu' precisi. Da Saigon alla Cina, dall'India al Giappone, dai boccoli di Parigi ai lustrini del burlesque di Broadway tutto il mondo pare popolato di postriboli e seduzione.
Infine una carrellata di biografie piu' o meno striminzite : Marella Agnelli , Anna Frank, Gina Lollobrigida e tante altre.
Dal titolo ben preciso e dalla sinossi che inneggia a pagine ironiche, drammatiche e appassionate mi aspettavo un testo in onore della donna , che Biagi la rendesse protagonista attraverso donne di spicco del tempo trascorso.
Non conoscendo affatto la produzione dello scrittore, ho trovato il taglio prettamente giornalistico e privo di enfasi narrativa. La quantita' di fatti narrati e' eccessiva, il troppo storpia e la noia e' una sua fedele compagna, le donne su cui piu' ci si sofferma in genere non brillano di luce propria ma sono ombra di uomini che hanno fatto la storia . Per il resto pare che queste femmine siano piu' ancelle del piacere che menti autonome, il massimo del risultato nell'emisfero rosa par diventare una grande attrice, eppure ne abbiamo ben avute di donne emerse per cervello.
Intitolare un libro alle donne e lasciare la lettrice con un buon tasso di misoginia avvertita e' veramente stupefacente. Un risultato piuttosto antipatico, mai piu'.
Commenti
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poi ho capito
Cio' non toglie che ad altri questo stile possa piacere. Ciao !
Per Biagi non è una questione di stile: il suo, da giornalista, non è particolarmente memorabile. La sua migliore capacità, a mio parere, sta nel descrivere quello che vede: non fantasia, dunque, ma capacità di raccontare.
Ciò non toglie che un'opera irritante resta tale, a prescindere dagli altri meriti dell'autore.
Non so , forse mi aspettavo altro e sono restata shockata. Sono andata a cercare commenti sul web e oltre a chi loda il libro c'e' anche chi lo trova velato di misoginia. Due opposti, dimmi tu...
Vai a sapere chi ha ragione :-)
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