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La conduzione del conflitto
“Soggiogare il nemico senza combattere rappresenta la vera vetta dell'arte militare”.
La guerra vista da Oriente. Descritta da un profondo conoscitore delle tecniche militari, vissuto prima di Cristo (2500 anni fa circa)... “Forse”, bisognerebbe aggiungere: perché la maggior parte degli studiosi sostiene che Sun Tzu sia stato richiamato in tarda età, al fine di addestrare l'esercito del re di Wu, dall'esilio volontario in cui si era rifugiato. Documenti recentemente rinvenuti paiono avvalorare questa ipotesi. Ma altri affermano che Sun Tzu non sia mai esistito, e che sotto tale nome fittizio si sia celato lo stesso re di Wu.
In verità, tutto questo conta poco. Il dato di fatto è il lascito di un volume che – si vedrà subito perché – risulta sempre più consultato con il passare del tempo, tanto da essere diventato un vero e proprio testo di riferimento. La strategia militare è analizzata nei suoi molteplici aspetti: dalla gestione psicologica delle proprie truppe all'analisi della conformazione del luogo di battaglia; dalla capacità di scovare i punti deboli nei condottieri nemici all'utilizzo delle spie a scopo di infiltrazione dell'opponente; dal come comportarsi nel caso di sproporzione di forze (a seconda che sia vantaggiosa o svantaggiosa) all'uso sapiente dell'inganno per indurre l'avversario ad agire in modo controproducente.
Il tutto raccontato attraverso massime rapide e generalizzanti – come è tipico della tradizione orientale –, a volte anche criptiche, da interpretare (ed anche questo è un tratto proprio della tradizione in discorso). Parliamo infatti di un libro non facile da leggere per chi ha un approccio “occidentale” – cioè più portato ad un certo tipo di schematismi e spiegazioni approfondite – mentre può essere letto con maggiore soddisfazione da chi ha familiarità con la mentalità dei paesi asiatici, e della Cina in particolare. “Perle di saggezza” (seppure applicate al campo militare) oppure asserzioni indimostrate (da prendere esattamente come sono): molto dipende dallo spirito con cui si legge, dunque.
Quel che è davvero stupefacente è la “dilatazione” che questo libello ha subito nel tempo, trovando applicazione in campi diversi da quello militare: in politica e nelle relazioni internazionali, in economia e nelle dinamiche di mercato, sino ad arrivare alla gestione dei conflitti personali e lavorativi. Un libro che è stato oggetto di studio da parte di noti esponenti politici (Massimo D'Alema risulta essere uno di questi, anche se non è dato conoscere il profitto che ne ha tratto), così come dei quadri dirigenziali di aziende famose e dall'organizzazione complessa. Un libro il cui successo, come già detto in precedenza, si è accresciuto enormemente ai nostri giorni (si mormora che persino il personaggio di Gordon Gekko, protagonista del film “Wall Street”, sia stato ispirato dalla lettura di Sun Tzu). Ciò rende chiaro quanto i principi in esso contenuti siano, in ogni caso, di generale applicabilità.
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Commenti
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Rollo, tu citi D'Alema, ma ci sono personaggi un po' più giovani e vincenti che sembra riescano con buon profitto a far propri gli insegnamenti di questo libro ("stai sereno...") Che ci riescano perchè ci si sono realmente applicati oppure per una loro naturale predisposizione, non so dire. :-)
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Bel commento Rollo ed ottimo suggerimento di lettura :-)