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Il mondo del principe splendente
 
Il mondo del principe splendente 2015-02-04 10:28:33 C.U.B.
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C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    04 Febbraio, 2015
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Aware

Correva il X secolo d.C., mentre molto piu' a occidente si era ancora avvolti dai bui secoli del Medioevo in Giappone - lontano dalle epoche sanguinose che ne seguirono - fioriva una civilta' unica nel suo genere : la corte Heian. 
Ben distinta dalla massa popolare che viveva in condizioni assai precarie e arcaiche, il micro cosmo di corte riguardava qualche migliaio di persone e rappresentava una sorta di piccolo nucleo extraterrestre. Di solo accesso dinastico e privo di qualsivoglia titolo meritocratico, gli aristocratici Heian vivevano in un contesto di ricchezza artistica esclusivo, che probabilmente gia' allora, un millennio fa, dettava le basi di quello che sara' il gusto estetico giapponese moderno.

Ivan Morris, venuto al mondo nel 1925 e congedatosi nel 1976, fu un professore statunitense (ed appassionato estimatore ) di letteratura giapponese presentatomi recentemente da un caro amico , Mishima Yukio. 
Nel suo corposo volume egli ci propone un lavoro certosino, di una completezza incredibile. Inoltre - e qui attribuisco la lode - compone un saggio dedicato al lettore non specializzato, riuscendo a divulgare in assoluta assenza di tecnicismo e ricostruendo il periodo Heian con un estro attribuibile di rado ai suoi colleghi. 
Essendo epoca molto lontana e piuttosto priva di documentazione ( pensate che a differenza delle pietre del Medioevo europeo in Giappone i palazzi erano costruiti con legno e paglia, quindi spesso distrutti dagli incendi) le fonti piu' attendibili a cui ci si appoggia sono i diari ed i romanzi di corte, scritti prevalentemente da nobili dame. Due delle opere principali che ricorrono spesso nell'analisi sono il colossale Genji Monogatari di Murasaki Shikibu e Le note del guanciale ( di cui Morris fu traduttore in lingua inglese ) di Sei Shonagon.
Se avete gia' letto le due opere citate potrete arricchire e chiarire quanto gia' percorso e goduto in passato, diversamente se ancora non le conoscete non abbiate timore delle anticipazioni, la storia di Genji e' talmente corposa da non temere spoiler ed il saggio di Morris piu' che essere invalidante diviene a tal riguardo stimolante .
Nel  misterioso mondo di Corte, tra imperatori dame spose concubine e reggenti, politiche matrimoniali e pettegolezzi, galateo poesia canto e ballo, l'arte di accostare colori e creare profumi d'incenso, letteratura e calligrafia, gerarchie matrimoni religione e superstizione nonche' stile di vita e rapporti tra i due sessi , il libro ci trasporta a ritroso di secoli nel mondo della bellezza effimera e malinconica , il cosiddetto "aware"  che con vocabolo intraducibile rappresenta l'essenza estetica della letteratura giapponese antica.
Un libro che si cerca, non si trova per caso. Ma una volta cercato non credo affatto potra' deludere, per me e' stato eccezionalmente soddisfacente. Buona lettura.

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Commenti

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C.U.B.. il tuo commento è interessantissimo. La tentazione di leggere Murasaki spesso è presente, anche se mille pagine di un libro mi rendono cauto.
CUB tu mi tenti con queste recensoni, mi affaccio e tu subito fai vacillare la mia forza di volontà...
Molto interessante; un mondo assolutamente nuovo e che mi induce a intaccare un'altra sfera dello scibile umano. Grazie. Ciao.
Ferruccio
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pirata miope
04 Febbraio, 2015
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a me è piaciuto molto anche se la lunghezza a tratti mi scoraggiava ...
sei sempre di gran utilità per chi volesse approcciarsi a determinati autori e opere!
non è semplice muovere i primi passi in campi letterari mai percorsi
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C.U.B.
05 Febbraio, 2015
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Ciao Emilio, mille...diciamo pure 1500 !
Non so se lo sai, ma se escludiamo la splendida recente edizione curata dalla Orsi ( che non avevo comprato perche' troppo costosa e ancora oggi me ne pento ogni giorno ) le traduzioni italiane precedenti sono incomplete. Gli ultimi libri dell'opera di Murasaki sono contenuti in un ulteriore volume che si intitola LA SIGNORA DELLA BARCA IL PONTE DEI SOGNI, che ovviamente non si puo' non leggere.

Comunque sia e' un'opera colossale ma molto particolare, difficilissimo consigliarla cercando di capire se piacerebbe o meno. Di sicuro val la pena tentarla per alcuni motivi :
- e' un lavoro unico nel suo genere.
- quando leggi i giapponesi sai anche tu che e' citata OVUNQUE, la curiosita' viene;
- per chi ama i classici, ebbene si tratta del classico piu' antico della storia dell'umanita'.

Quindi tentare ... Tenta ! Mal che vada lo molli, e' possibile che ti insabbi dopo poco. Ma anche no :-)
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C.U.B.
05 Febbraio, 2015
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Augusto ma hai letto il Genji o il Morris ? Il Genji ?
Sei la prima persona che conosco che lo ha letto :-)
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C.U.B.
05 Febbraio, 2015
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Grazie Mirko, Ferruccio , Silvia per il commento. Questo saggio e' proprio ben fatto.
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Emilio Berra  TO
05 Febbraio, 2015
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Grazie per le utili informazioni e per i consigli.
In risposta ad un precedente commento

23 Novembre, 2015
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Io il Morris l'ho letto qualche anno fa e condivido la tua recensione, è sicuramente ottimo per contestualizzare e capire meglio il Genji. Per quanto riguarda il Genji, ti consiglio caldamente la traduzione della Orsi (è pure uscita in edizione economica... con buona pace di chi, come me, si fece regalare la costosissima edizione in cofanetto), è decisamente più bella e scorrevole di quella dall'inglese di Waley, oltre ad essere molto accurata: ci ha impiegato oltre 10 anni per tradurla direttamente dal giapponese classico.
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