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LA GUERRA IN PRIMA PERSONA
Scritto fra il 1936 e il ’37 durante una convalescenza, la prima edizione fu francese nel 1938 e la seconda finalmente italiana nel 1945 a Liberazione avvenuta.
Quando una trincea è uno scavo improvvisato e individuale, quando l’istinto si rivela la sola arma di sopravvivenza, quando il ricordo è vivo e genuino come nel momento in cui la situazione lo ha prodotto.
Nessuna mediazione né psicologica né letteraria abbellisce il ricordo.
“J’ai plus de souvenirs qui j’avais mille ans” cita Baudelaire, in esergo, Emilio Lussu.
Eppure la prosa è bella , la narrazione avvincente e le sensazioni tangenti come il passaggio dal puro interventismo intellettuale al pacifismo necessario. La guerra fa maturare avversione rispetto alle proprie fisime intellettualoidi.
Il libro è una testimonianza sul filo del ricordo decontaminato da esperienze successive: impegno politico – Lussu è tra i fondatori del PSd’Az -, dissidenza parlamentare - partecipa alla secessione aventiniana -, antifascismo - confino, evasione, esilio - .
Emerge un giovane appartenente alla Brigata Sassari, consapevole dello strappo temporale che la guerra ha prodotto nella sua esistenza, lui appena laureato e in virtù della sua cultura già graduato. Un ragazzo, ancora, ma con l’atteggiamento maturo ed equilibrato che solo un uomo può avere. Abile intermediario, coglie tutte le debolezze umane nei soldati e negli eventi. La narrazione è fedele ai fatti e nemmeno la distanza temporale dal processo di scrittura ne modifica il tono. Ciò che è stato brutto, brutto rimane, così ciò che si è potuto apprezzare, nella sua bellezza, bello rimane. Nemmeno la guerra cancella l’ironia nel ricordare episodi comici ai limiti del grottesco. E ci si può ritrovare a gioire come un soldato felice per una gentile concessione che il Fato rispedisce subito al mittente o a capire l’umanità bizzarra , espressa in trincea, che per un’assurdità si è ritrovata a interpretare l’assurdo che è in ogni guerra.
Interessante osservare che la prosa è facilmente fruibile e permette l’accesso a ogni tipologia di lettore che abbia interesse ad approfondire le contraddizioni insite in ogni guerra e nello specifico la partecipazione italiana al conflitto nelle sue drammatiche peculiarità.
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Penso che riproporre libri, che ci mettono in contatto con la nostra storia e la nostra cultura, sia encomiabile.
La Storia, poi, affrontata fuori dai testi accademici, diventa più umana, quindi più 'vera' .
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