Dettagli Recensione

 
Andreas Hofer a Mantova in catene
 
Andreas Hofer a Mantova in catene 2014-11-16 05:45:19 Renzo Montagnoli
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
4.0
Contenuti 
 
4.0
Approfondimento 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    16 Novembre, 2014
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Il Garibaldi tirolese

Credo che, se anche poco realmente conosciuto, di Andreas Hofer molti abbiamo sentito parlare, soprattutto in Tirolo dove da oltre duecento anni è oggetto di vera e propria venerazione. Per certi aspetti ha rappresentato per quelle popolazioni quello che è stato per noi Garibaldi, cioè il guerriero che si è battuto per l’indipendenza. Si è trattato di un eroe carismatico che nella sua azione ha saputo riunire in una impari lotta contro gli occupanti francesi e bavaresi la gente di quella regione, che andava da alcuni chilometri a nord di Innsbruck fino a Rovereto, ricomprendendo a Est anche l’Ampezzano. Non era dotato di grandi capacità militari, ma grazie alla sua indubbia ascendenza sulle truppe costituite non da soldati di professione, ma da popolani (i cosiddetti Schutzen) e con l’aiuto di un luogotenente assai valido come tattico e stratega riuscì, con una condotta di guerra tipica della guerriglia, a tenere in scacco il nemico, riportando anche alcune clamorose vittorie, a differenza dell’esercito austriaco, più volte sconfitto, e che prese una vera e propria batosta a Wagram. La pace di Schonbrunn mise a tacere definitivamente l’Austria, che non solo dovette rinunciare al Tirolo, ma che ingenerò nel suo sovrano un senso di rispettoso timore verso Napoleone, tale da indurlo a togliere ogni sostegno ad Andreas Hofer. Questi, ormai prigioniero del suo stesso mito, non rinunciò a combattere, ma con esiti questa volta disastrosi, tanto da costringerlo a rifugiarsi in montagna in una malga. Lì, grazie al tradimento di un tirolese, fu catturato e portato a Mantova in catene, dove subì un processo il cui esito fatale era già stato deciso da Napoleone e che si concluse con la condanna a morte, nonostante che i mantovani avessero cercato con una colletta di liberarlo e che comunque gli furono vicini, in quanto ostili a un regime francese vessatorio. Il 20 febbraio 1810, a Porta Giulia, Andreas Hofer fu fucilato; si comportò, prima di morire, in modo dignitoso, senza mostrare né rimpianti, né odio, come era sempre vissuto e sostenuto da quella fede religiosa che non era mai venuta meno. Da allora, ogni anno, in quella ricorrenza, scendono a Mantova centinaia di Schutzen dal Nord Tirolo, dal Sud Tirolo, dal Trentino e dall’Ampezzano. Vestiti nei loro caratteristici costumi, con gli schioppi e la banda, commemorano il loro eroe, unitamente alle autorità cittadine e ai tanti mantovani ai quali, di generazione in generazione, è stata tramandata la vicenda di un uomo che si immolò per la libertà del suo popolo.
Roberto Sarzi, attento osservatore e che conosco dagli anni dell’Università, ha scritto di questa vita straordinaria, scremando le fantasie del mito e consegnando alle stampe il ritratto di un uomo che nulla desiderava per sé, ma che tutto faceva per la sua patria. È ripercorsa questa breve esistenza (morì a 43 anni) con mano sicura, sulla base di una documentazione più che attendibile e nel modo più asettico possibile. Ciò nonostante si avverte, soprattutto verso la fine, una punta di commozione, del tutto naturale peraltro, perché nel momento in cui Andreas Hofer cade sotto il piombo francese termina la cruda e dura realtà dei fatti e nasce il mito, a cui, per chi ama la libertà, è impossibile sottrarsi.
Corredato da numerose fotografie e da un puntuale elenco delle fonti, Andreas Hofer a Mantova in catene… è di uno di quei libri che non dovrebbero mai mancare in una biblioteca personale, sia per l’indubbia valenza storica, sia per conoscere un protagonista a cui vi sentirete sicuramente vicini.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
30
Segnala questa recensione ad un moderatore

Commenti

Per inserire la tua opinione devi essere registrato.

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

Volver. Ritorno per il commissario Ricciardi
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Identità sconosciuta
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Incastrati
Valutazione Utenti
 
3.8 (1)
Tatà
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Intermezzo
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il mio assassino
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
La vita a volte capita
Valutazione Utenti
 
4.3 (3)
Il dio dei boschi
Valutazione Utenti
 
4.1 (3)
La prova della mia innocenza
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Il sistema Vivacchia
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Il passato è un morto senza cadavere
Valutazione Utenti
 
4.3 (2)
La mano dell'orologiaio
Valutazione Utenti
 
4.3 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

Eleonora d'Aquitania
I diciotto anni migliori della mia vita
Tutankhamen
L'origine degli altri
Il tribunale della storia
Memorie dalla Torre Blu
Nulla è nero
Non per me sola. Storia delle italiane attraverso i romanzi
A riveder le stelle
Marco Polo. Storia del mercante che capì la Cina
The Queen. Diario a colori della regina Elisabetta
Margaret Thatcher. Biografia della donna e della politica
L'arte della fuga
Dante
Autunno a Venezia. Hemingway e l'ultima musa
Passione sakura