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Gli uomini e le storie
La storia non è come la biologia o la geografia, dove una persona particolarmente dotata – soprattutto di impegno – compra il giusto manuale e può aspirare ad imparare quel che c'è da sapere. No, non funziona così.
Perché c'è una parte di Storia che non è nei libri di storia. Risvolti paralleli, clandestini, che non possono essere svelati nemmeno dopo la loro conclusione (la pubblicizzazione potrebbe renderne impossibile la “ripetibilità” in futuro; o pesare su relazioni diplomatiche tra Stati, sino a creare incidenti internazionali... cioè cambiare la Storia stessa). Di determinati uomini o atti – a volte di indubbio eroismo – non sapremo mai nulla, oppure ci saranno elargite verità di comodo o parziali.
La Storia “clandestina” per antonomasia è quella determinata dai servizi segreti.
E il servizio segreto per antonomasia è il Mossad, l'organizzazione creata da Israele all'indomani della sua costituzione in Stato, nel 1948, per difendere gli ebrei da ogni possibile pericolo (dovunque essi si trovino).
Questo libro – lungi dal voler ricostruire cronologicamente tutte le gesta dell'organizzazione – analizza una serie di operazioni (ma anche di fiaschi) che ne hanno fatto una “entità leggendaria”: dalla cattura di efferati criminali nazisti volatilizzatisi alla fine della 2a guerra mondiale (come Adolf Eichmann) alla metodica rappresaglia nei confronti dei leader di “Settembre nero” (l'organizzazione terroristica che uccise gli atleti israeliani alle olimpiadi di Monaco del 1972, storia ben raccontata nel film “Munich” di Steven Spielberg); dall'eliminazione di scienziati e tecnici ingaggiati dalla Siria per procurarsi la bomba atomica all'individuazione e rimpatrio di Yossele, un bambino il cui sequestro rischiava di innescare un pericolosissimo scontro tra ebrei moderati e ultraortodossi. Sino ad arrivare, in tempi più recenti, all'allerta nei confronti della minaccia iraniana e di quei capi religiosi (gli “ayatollah”) e politici (Ahmadineijad in primis) che hanno dichiarato di voler spazzare via Israele dalla faccia della terra.
Una ricca serie di storie che delinea, tra l'altro, i profili di numerosi primi ministri israeliani, di “ramsad” (il titolo riservato ai capi del Mossad) e di agenti operativi dotati di diversa abilità e determinazione.
Chiudendo il libro, si ha la netta sensazione di aver imparato qualcosa, di aver sperimentato ancor meglio cosa sia, nella storia dell'umanità, la contrapposizione, il desiderio di vendetta, l'interminabilità di alcuni conflitti, l'inimicizia reciproca tra popoli... in altre parole, di aver capito quanto davvero pesi l'espressione “processo di pace”.
La Storia è il risultato di componenti molto più complesse di quanto comunemente ci si immagina: una vera pacificazione globale sarà possibile solo quando le “guide” di questo mondo costituiranno per le masse delle vere e proprie “autorità morali”, prima che militari.
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L,ultima frase apre alla speranza, ma ci fa riflettere su come sia ancora lungo e arduo il cammino da percorrere.
Mi fa pensare come Cristina ed Emilio abbiano un diverso approccio all'ultima frase della recensione: l'uno la parafrasa, l'altra la rende problematica. Sostanzialmente trovo giusta la domanda, Cristina, anche se mi appare difficile discuterla su questo sito... Mi affido alla pura e semplice speranza di cui parla Emilio...
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