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Le spie nella bibbia
Specializzata nella storia dello spionaggio,l'autrice-direttrice del Dipartimento di Storia presso il Virginia Military Institute-esamina con estrema compentenza filologica e storiografica le modalita' conflittuali attuate da Israele nel periodo compreso tra l'esodo dall'Egitto fino alla campagna militare del 132-135 d.c. di Bar Kobeka contro I Romani per affermare la propria identita' politica e religiosa.Il ricorso ad agenti infiltrati-presenti gia' al tempo di Mose' e Giosue'-per contrastare il nemico ,l'utilizzo di abili e astute donne in qualita' di agenti operativi in grado di svolgere operazioni di disinformazione e di eliminazione -quali per esempio Rahab, Giuditta e Dalila-dimostrano uno sviluppato senso del comando e una elevata capacita' di pianificazione militare tanto quanto il ricorso-assai frequente in verita'-all'imboscata -come nel caso di Gedeone-e alla guerriglia.Se non c'e' dubbio alcuno che le covert operations sotto la monarchia unificata di re David svolsero un ruolo determinante almeno quanto il ruolo attribuito alla dimensione topografica per conseguire vantaggi tattici di rilievo,alla guerriglia verra' attribuita una importanza enorme -come dimostra l'addestramento accurato che Giuda Maccabeo diede al suo popolo per contrastare con successo I Seleucidi-determinata dalla disparita' numerica e dal gap tecnico degli armamenti tra l'esercito ebraico e I suoi nemici,disparita' che fu possibile superare anche attraverso il ricorso sistematico-fatto dalla setta dei Sicari-al rapimento,al saccheggio e alle operazioni terroristiche tout court.L'utilizzazione spietata ed accurata insieme di queste tecniche furono ampiamente legittimate dalla feroce repressione cui furono sottoposti gli ebrei durante il dominio romano che,con la eliminazione di Gesu' -sotto Pilato-considerato un pericoloso sovversivo in qualita' di capo guerrigliero e quindi giudicabile secondo il crimine di ribellione,dimostrarono al di la' di ogni dubbio di essere in grado di controllare in termini capillari l'ordine interno. Tuttavia anche I grandi imperi hanno il loro tallone di Achille come dimostra la guerra intrapresa da Kokeba nella riappropiazione delle alture della Giudea e di Gerusalemme che ricorse ad una tattica mobile e sfrutto' con relativo successo le risorse difensive del deserto ai danni dell'imperatore Adriano che non ebbe altra scelta che quella di ricorrere ad una politica di sterminio per domare la rivolta abbinata ad una guerra d'assedio nella quale l'uso della controguerriglia svolse un ruolo determinante.
GAGLIANO GIUSEPPE