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Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana
 
Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana 2014-06-10 18:32:27 Lea
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Lea Opinione inserita da Lea    10 Giugno, 2014
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"Fra qualche ora io non sarò più"

Lasciando da parte le polemiche sulle figure dei partigiani e sul loro operato durante i burrascoso periodo della Resistenza (1943-1945), le lettere raccolte in questo libro mettono in scena parabole di vita di uomini e donne non disposti a sottomettersi ai comandi del regime mussoliniano e quindi condannati a morte tramite sentenza di un processo-farsa o con un'esecuzione barbara sul luogo di cattura.
Chi si racconta lo fa giorni prima della condanna, ma anche poche ore prima della morte, con toni aspri e malinconici, teneri e causali, quasi per non far pesare ai destinatari la propria scomparsa: sono in molti a dichiararsi tranquilli nell'ora suprema, forse più per rassicurare la famiglia e addolcire la pillola amarissima, molti ad essere fieri delle proprie azioni e fedeli al proprio credo fino alla fine.
Ma vicino a questi leoni combattenti ci sono anche le lettere più commoventi, gli addii ai figli, alle mogli, alle madri, le preoccupazioni di chi lascia famiglie senza sostentamento, le invocazioni ferventi a Dio e ad amici affinché si prendano cura di coloro che sono rimasti, i ricordi struggenti del tempo passato tra i cari che ora si dovranno lasciare indietro.
Per ogni lettera e carteggio c'è una breve introduzione al partigiano, con dettagli storici completi senza troppo scendere nello specifico, e l'età giovane della maggior parte è un ulteriore grido d'accusa alle crudeltà della guerra e dei regimi.
Ci sono lettere che fanno sorridere perché un po' sgrammaticate, ma la maggior parte è limpida e concisa, priva di enfasi ulteriore che non è necessaria.
Sebbene siano i ricordi, gli affetti e le raccomandazioni ad avere il ruolo principale, la scenografia tragica della lotta contro il fascismo incombe sempre minacciosa.
Non è un libro difficile, ma chi non è appassionato di storia forse si troverà meglio diluire la lettura, a tratti un po' greve e ripetitiva.
E' comunque un viaggio dolceamaro tra le anime dei combattenti per la libertà che difficilmente lascerà indifferenti, spettatori delle ultime ore di chi ha aggiunto un tassello alla storia.

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Commenti

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Gran merito il tuo averci posto all'attenzione un libro che, secondo me, tutti dovrebbero leggere: è una lezione di storia, di barbarie, ma anche di umanità profondissima.
Grazie.
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C.U.B.
11 Giugno, 2014
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Concordo con Emilio !
Di queste lettere fa uso "visuale" Marco Bellocchio nel suo film "Buongiorno notte" sulla prigionia e la morte di Moro: il contesto in cui cala le immagini degli uomini giustiziati in tempo di guerra, creando un'unica linea storica tra guerra mondiale, resistenza, sistema capitalista, terrorismo fa venire i brividi (a "narrare" le immagini, se ben ricordo, "The great gig in the sky" dei Pink Floyd).
In definitiva, fusione tra storia, letteratura, cinema, musica: un momento altissimo che, in tutto il film,dura pochi secondi.
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