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LA GREMANIA E L’EUROPA
La Germania è posta geograficamente al centro del continente europeo. Possiamo definirla il cuore pulsante dell’Europa. L’area in cui si parla la lingua tedesca è quella fascia centrale dell’Europa che unisce la parte orientale del continente a quella occidentale, in sostanza è una vasta cintura di congiunzione che solo nella seconda meta del XIX° si unì in una nazione coesa e compatta. La sua posizione geografica nel corso della sua storia influì sulle vicende storiche europee prima come terra di conquista o territorio cuscinetto tra ovest ed est, poi dopo la sua unificazione guidata dalla dirompente forza motrice prussiana diventa potenza continentale intraprese una politica di espnsione bellicosa che portò nel corso del scolo breve a due conflitti mondiali. Con il crollo del muro di Berlino nel 1989 si aprì per la Germania un nuovo capitolo storico. Il paese rimase il cuore pulsante dell’Unione europea. La Gremania doveva dimostrare di essere un paese comletamente integrato nel tessuto europeo e di non volere più intraprendere avventure bellicose per affermare la sua potenza in Europa. Il ruolo della Germania in Europa dunque era cambiato.
La Germania incastonata tra due potenze continetali , la Francia a ovest e la Russia a est, si sentiva ingabbiata e nel paese si sviluppò la sindrome dell’accerchiamento subito dopo la sua inificazione nella seconda metà del XIX°. La presenza di queste due potenze terrestri continetali influì non poco sul destino germanico. I governanti tedeschi si sentirono minacciati dalla Francia a ovest e dalla Russia a est, mentre i mari erano controllati dalla potente marina britannica. La Germania sviluppò da subito una pericolosa sindrome d’accerchiamento da paesi ostili che ne minacciavano i confini. Questo accerchiamento poteva essere spezzato con la sola forza delle armi, perciò Berino si imbarcò in una politica di aggressione militarista verso i paesi vicini ma anche ambì a diventare una potenza continentale in grado di soggiogare l’intera Europa. L’intento di Berlino era dunque chiaro : ottenere il dominio assoluto dell’Europa. Le guerre tedesche del XX° secolo diventarono la chiave di lettura militarista del ruolo avuto dalla Germania in Europa.
Le due sconfitte militari subite dal paese nell’arco di venti anni però lasciarono una traccia indelebile nel popolo tedesco che ridisegnò alla radice un altro ruolo per il suo pese in Europa. Abbandonò la via militarista e nazionalista per intraprendere un percorso di cooperazione continentale. La Germania doveva diventare il cuore pulsante di una nuova Europa, la motrice dell’ unificazione economica, monetaria e politica del vecchio continente. L’integrazione europea doveva essere preseguita con il dialogo e non con avventure belliche.L’unione politica dei popoli doveva essere la conseguenza logica di una libera scelta pacifica di unione e non conseguenza di una violeza brutale scatenata verso i suoi vicini dalla potenza di turno.
Il libro che abbiamo di fronte affronta questo discorso : il ruolo della Germania nell’UE. L’autore, un esperto internazionale del settore, divide il suo precorso di lettura in tre segmenti tematici principali
- come la crisi dell’Euro influisce sulla precezione del ruolo avuto della Germania ?
- le nuove coordinate del potere sono solo tedesche ovvero si può davvero parlare di un Europa tedesca?
- è possibile un Europa meno tedesca ovvero si può parlare di un Europa bilanciata ?
In sostanza nel suo testo l’autore analizza il ruolo avuto da Berlino nell’edificazione del unione monetaria e in primo piano viene messo l’accento sulle sue luci e obre in termini politici ed economici nonché vengono analizzati i rapporti di forza tra le varie nazioni che aspirano non solo ad un unione economica ma anche a quella politica.
Il libro risponde ad una domanda molto semplice: quale Europa vuole la Germania? Questo libro ci offere una nuova chiave di lattura della Germania odierna e contempranea, un stato risorto dalle sue ceneri e da due catastrofi belliche da lui scatenate nel recente passato che però ancora oggi rimane determinante per il destino dell’Europa.
E’ chiaro che si tratta di una sintesi dettagliata che però richiede dal lettore delle nozioni almeno di base dell’argomento trattato dall’autore con puntiglio scientifico. Nel libro prevale il discorso economico, mentre gli accenni storici sono per lo più solo velati o dati per scontati dall’autore. Il libro si presta ad una scorrevale lettura scritto con uno stile asciutto ed essenziale senza giri di parole. L’autore punta direttamente al sodo ed affronta il nocciolo della questione tedesca in Europa.
Una lettura senza dubbio interessante che però deve essere accompagnata da un testo di approfondimento storico, polico ed economico.