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Dammi mille baci
 
Dammi mille baci 2014-04-28 19:27:40 Lea
Voto medio 
 
4.4
Stile 
 
4.0
Contenuti 
 
4.0
Approfondimento 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Lea Opinione inserita da Lea    28 Aprile, 2014
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Una realtà sorprendente

Forse, la frase "Gli uomini sono dei maiali!" non è poi tanto un cliché.
O, per lo meno, si arriva a crederlo facendosi condurre da Eva Cantarella per le vie della Roma antica, maestosa e magnificente nella facciata, ma ben più comune e vicina a noi se si va oltre: la virilità maschile romana era imprescindibile e particolarmente pronunciata, determinava il successo dell'individuo in campo sia privato sia pubblico ed era una vera e propria urgenza vantarsi dei propri successi sessuali tramite carmina, satire, ma anche spassosissime iscrizioni nei luoghi della vita pubblica, alcune delle quali riproposte dalla Cantarella.
Attorno a questi superuomini tutti d'un pezzo ci sono altre figure, come giovanetti bellissimi rigorosamente da sottomettere (a patto che non siano romani, obbligati ad essere dominatori) e ovviamente donne, virginali esempi di virtù come la celebre matrona Lucrezia o sfacciate, emancipate, lascive campionesse di vizi come Giulia, figlia di Augusto: dividendo gli amori romani in dovuti, possibili e proibiti l'autrice riporta in vita situazioni e figure ormai dimenticate, cercando di gettare luce sul difficile rapporto tra i sessi, sulle avventure maschili e il loro segreto terrore per le femmine "moderne", e queste donne, non sempre contente di essere subalterne e sballottate dove vogliono gli uomini.
E' un libro estremamente piacevole, utile per apprendere aspetti della cultura romana che non emergono dalle fonti comuni, ricco di intermezzi istruttivi, ma in linea con lo stile del libro, fresco e divertente nonostante le informazioni e i dettagli precisi.
Se le donne oggi si seccano nel ricevere audaci fischi di apprezzamento per la strada, c'è da chiedersi come avrebbero fatto, nell'antichità, a fuggire dai tentativi (riusciti) di fecondazione da parte di divinità particolarmente focose o, chissà, si sarebbero mostrate degne delle spietate satire del poeta Giovenale, che scriveva, da vero portavoce della misoginia romana, "le donne, tutte, senza scampo, sono dissolute".

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