Dettagli Recensione
la fame che sbrana il fisico e la mente
Questo diario-testimonianza nasce a Leningrado nella primavera del 1941. Chi decide di dare voce ai propri pensieri e di confidarli a queste pagine dolorose è una ragazzina di 16 anni, Lena. Lena è una ragazzina come tante, per certi aspetti molto somigliante anche alle ragazzine d'oggi. I primi battiti del cuore, le prime amicizie, le sofferenze della solitudine, il non sentirsi capiti, "l'invidia" per l'amica che ha già il ragazzo, i brutti voti a scuola, questi sono i pensieri che ci racconta Lena nelle prime pagine di questo suo Diario. Poi tutto muta. I toni si fanno lentamente ma inesorabilmente più tristi, i pensieri fissi non sono più alla scuola e agli affetti, ma sono ai bombardamenti, ai morsi della fame, al come riuscire a procuraris il cibo l'indomani. E' dolorosamente evidente che ogni pensiero ed ogni singolo sforzo di Lena tramutino e siano spesi nel tentativo di arginare il perenne senso di fame che attanagliò lei come la maggior parte degli abitanti di Leningrado durante l'occupazione nazista. E' spaventosamente drammatica la descrizione giornaliera dei suoi pasti. Di come cerchi di gustarsi il poco cibo che riesce ad accaparrarsi. Le sue maniacali descrizioni anche del modo in cui si procura e cucina questo cibo sembrano proprio tese a prolungare la gustazione di questo cibo, come un voler placare la fame parlando di cibo.
E' assai doloroso leggere queste pagine, questo diario lascia un senso profondo di dolore e desolazione, di rabbia e di riflessione.
Sarebbe terribilmente errato giudicare questo diario solamente una testimonianza. E' molto di più, è un grido di dolore che va ascoltato. Ogni conflitto porta con se questo, ogni conflitto sacrifica la serenità dei bambini e dei ragazzi più di ogni altra cosa. A nulla valgono le giustificazioni di sorta. La guerra è sofferenza e Lena alza forte questa voce. La sorte toccata a lei è comune a quella che tocca tutt'ora tanti ragazzi e bambini nel mondo.
Mi sono a lungo domandata su quale voti assegnare a questo Diario: è scritto in maniera molto semplice, come già accennato vi è una descrizione maniacale del cibo, alcune vicende rimangono sospese e non si può di certo dire che sia piacevole. Ma come protrebbe essere piacevole una testimonianza di questo genere? Il voto risultante è basso, ma è un libro che consiglio a tutti, per incidere nella propria mente queste pagine dense di tristezza, di guerra e di fame, ancora una volta, non giriamoci dall'altra parte.
Lena ha un miglioramente di umore solo per il fatto che fuori splenda il sole o che senta il cinguettio degli uccellini, la vita cambia totalmente vista da un'altra angolazione e leggere questo libro mi ricorderà di farlo in ogni momento buio. Grazie Lena.
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Commenti
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arggghhhh....questa maledetta copertina.....
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