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Il clan Bin Laden
 
Il clan Bin Laden 2013-07-26 11:03:16 Todaoda
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4.6
Stile 
 
4.0
Contenuti 
 
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Todaoda Opinione inserita da Todaoda    26 Luglio, 2013
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Esaustivo

Dotta ed elegante disquisizione su un argomento di grande attualità: "il terrorismo". I fatti vengono riportati dall'autore così come li ha raccolti (a prova di ciò leggasi la dettagliatissima appendice a fine volume), le tematiche presentate sono scevre da fuorvianti interpretazioni o fin troppo facili e banali luoghi comuni. Ogni episodio, ogni evento, ogni testimonianza sono trattati con assoluta imparzialità, all'autore infatti non interessa tanto esprimere giudizi quanto tracciare un unico filo conduttore dalle origini della famiglia Bin Laden fino ai recenti atti terroristici tristemente noti al mondo. Nel perseguire questo intento Steve Coll con straordinaria abilità scava fino alle origini del nome Bin Laden producendo un affascinante ed esaustivo resoconto della storia moderna del Medio Oriente, svelando retroscena e macchinazioni politiche, indagando sui costumi di popolazioni sempre in equilibrio tra fervore religioso e ascesa economica, tra tradizionalismo sociale e impetuose innovazioni urbanistiche, facendo capire al lettore come questo mondo per alcune cellule terroristiche sia un terreno fertile da cui trarre linfa vitale. Tutto il saggio è permeato dalla fredda logica consequenzialità degli eventi e la professionalità del giornalista/scrittore è senza dubbio un autorevole apporto all'autenticità del libro. L'unico appunto che può essere rivolto al saggio è la mancanza di mappe e cartine delle zone dove si svolgono i fatti riportati: la mancanza di un preciso riferimento topografico produce talvolta nel lettore un senso di smarrimento che mai però si trasforma in tedio. In conclusione è una lettura impegnativa che non può essere affrontata con superficialità, del resto non è quel genere di letteratura ricreativa da leggere per riposare la mente; è caso mai un testo di geopolitica socio-economica che contribuisce ad arricchire il proprio patrimonio culturale all'insegna di una crescita personale e di una apertura mentale nei confronti di un mondo strettamente intersecato con quello occidentale.

NOTA: all'epoca dell'uscita del libro certi recenti ed importanti fatti non erano ancora accaduti (uno su tutti: Bin Laden era ancora vivo) tuttavia questo libro non è ormai da considerarsi superato o non più aggiornato poichè lo sforzo dell'autore non è volto tanto a riportare i recenti accadimenti mondiali, quanto a raccontare e analizzare la storia e le cause che hanno generato i sopracitati accadimenti. Dunque pur omettendo per forza di cose alcuni rilevanti episodi l'opera di Coll è da considerarsi ancora di grande attualità.

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Commenti

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Grazie per l'ottimo commento, che trovo sicuramente utile. E questo lo dico anche se molto difficilmente riuscirò, in futuro, a leggere libri riguardanti queste tematiche.
Ti dico la verità, sono convinto che su questi argomenti quello che sappiamo è quello che vogliono farci credere: già il fatto che del 'buon' Bin Laden il corpo non si sia mai visto per la fretta di farlo sparire puzza alquanto.
Senza schierarmi politicamente, cosa che non porta da nessuna parte in quanto molto simile al tifo calcistico, devo dire che a tanti eventi di questi ultimi anni sono state date chiavi di lettura che, facendo funzionare un po' la zucca, fanno acqua da tutte le parti: sono un esercizio utile, comunque, perché permettono di rendersi conto di quanto sia facile manipolare il pensiero delle persone.
Potrei fare diversi esempi, anche in ambito sportivo, ma esula dal campo d'azione di un forum sui libri.
Quindi, quello che posso dire è "Bravo" per il tuo commento così ben fatto!
Ciao!
In risposta ad un precedente commento
Todaoda
28 Luglio, 2013
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Grazie, mi fa piacere che apprezzi!
Dici che è facile manipolare la verità e le fonti di informazione e per questo in futuro non leggerai più libri su queste tematiche... ma non è proprio per questo che ne andrebbero letti il più possibile? Per sentire tutte le voci, per tentare di scoprire (per quel poco che riusciamo) la verità, e in fine per tentare di crearci una nostro pensiero/idea di come si sono svolte veramente le cose? Forse il tuo approcio non è sbagliato, ma privarsi delle informazioni per la convinzione che siano tutte false secondo me equivale ad arrendersi e dichiararsi battuti proprio da quei media, da quei mezzi di informazione, la cui onesta mettiamo costantemente in dubbio e la cui, alle volte comprovata, disonesta ci infastidisce tanto.
Per quel che riguarda l'ambito sportivo invece ti posso dire che io, da sportivo e tifoso penso solo che lo sport non dovrebbe essere preso così sul serio, specie in Italia, per il resto non ci trovo nulla di male in un po' di sano campanilismo, è utile anche per scaricare nel week end la tensione accumulata durante la settimana. :-)
Grazie ancora x i complimenti. Ciao
In risposta ad un precedente commento
Markk
28 Luglio, 2013
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Non è che io rinunci ad informarmi, è solo che rinuncio ad approfondire tematiche in cui la verità concessa è solo una: proprio perché tengo la mia testa sgombra da pre-giudizi ( e lo scrivo col trattino per usare il termine nel suo senso letterale ) tendo ad affrontare gli argomenti facendomi man mano un'idea basata sulle informazioni raccolte da più fonti e, abbastanza di frequente, mi ritrovo a non riconoscermi nell'opinione che, invece, va per la maggiore.
Il discorso "Bin Laden", anche per come è stata gestita la sua fine ( sicuri che fosse davvero quella la sua fine? Boh... ), è uno dei più oscuri degli ultimi tempi e, conseguentemente, ne diffido alquanto, come sempre faccio quando mi si vuole propinare una storia in cui i buoni devono essere per forza alcuni e i cattivi altri.
Al che, quando in un'altra vicenda i buoni di Bin Laden diventano invece dei cattivi, mi viene da pensare:"Ma perché devo per forza considerare 'buoni' soggetti che in altri frangenti di buono non hanno avuto niente?".
Tutto qua, quando non mi viene data la possibilità di sapere davvero come sono andate le cose io ci rinuncio.
Ciao!
In risposta ad un precedente commento
Todaoda
29 Luglio, 2013
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Ok ho capito il tuo pensiero, tuttavia secondo me qui non si tratta di pregiudizi (o pre-giudizi che dir si voglia) o di opinioni. Steve Coll nel libro non giudica nessuno, traccia semplicemente la storia della famiglia Bin Laden e facendolo parla anche di quel membro della famiglia che nel bene o nel male (e pregiudizi a parte direi più male che bene...) è balzato agli onori della cronaca negli ultimi anni.
Posto questo condivido quanto affermi: è difficile stabilire l'oggettiva verità che si cela dietro la vicenda, ma questo allora a ben vedere si può dire di qualsiasi cosa poiché in fin dei conti non esiste mai una verità assoluta ma solo soggettiva, o al limite una dettata dalla norma, dall'educazione e dalle maggioranze... E allora alla luce di ciò uno non si fa più un opinione su nulla? Smette di farsi delle idee, di giudicare?
È la rinuncia in tutto il tuo discorso che non condivido: anche se non si hanno certezze è lecito e giusto avere opinioni in merito, come è giusto che queste talvolta vengano confutate da nuove evidenze. La rinuncia dal mio punto di vista invece coincide con la resa, con lo smettere di cercare e lo smettere di pensare. Ma mi fermo qui se no rischio di scadere nella banale filoofia e nel qualunquismo da quattro soldi.
Ciao.
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