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La sublimazione di uno spirito mediocre
La Storia è pregna di personaggi eroici e grandiosi: Alessandro Magno,il quale re di un piccolo e barbaro regno costruì un immenso impero che si estendeva dall'Egeo all'Indo; Giulio Cesare, nobile indebitato che riuscì a conquistare la Gallia, vincere Pompeo e il ceto senatorio e a porre le basi del futuro impero; Carlo Magno, cadetto della famiglia reale francese che riuscì a ricreare le vestigia della potenza romana; Napoleone, figlio di un avvocato corso che in breve tempo riuscì a conquistare il potere della Francia del Direttorio e ad estenderlo alla Spagna, all'Italia terrorizzando gli Asburgo , i Romanov, i Borbone.
Tuttavia, “come talvolta un artista, per dar prova delle proprie energie creative, cerca di proposito un soggetto esteriormente modesto invece di uno patetico e universale, così di tanto in tanto il destino cerca un eroe insignificante per dimostrare come anche da una materia scadente possa svilupparsi la più alta tensione, da un'anima debole e mal disposta una grandiosa tragedia. E una simile tragedia, una tra le più belle di questo eroismo involontario, ha nome Maria Antonietta”. Questo è lo scopo dell'intellettuale austriaco Stefan Zweig (1881-1942) il quale con rigore e metodo scientifico tenta e riesce meravigliosamente a emendare da tale storico personaggio gli insulti sia le cafonaggini della Rivoluzione che la presentò come la perversa e lasciva Madame Deficit sia le adulatorie iperboli della Restaurazione che la presentò come la santa ed eroica paladina della regalità, svelando invece la sua indole media con le sue virtù (la sincerità estrema, la bontà, la grazia) ma anche i suoi vizi (la superficialità ,la leggerezza, la pigrizia intellettuale).
Dopo tanti secoli di battaglie e rivalità che risalgono alla battaglia di Nancy del 1477, finalmente gli Asburgo e i Borbone si sono spossati e hanno aperto gli occhi. La loro insaziabile gelosia non ha fatto che aprire la strada ad altre dinastie: l'Inghilterra è divenuta una superpotenza commerciale ed economica, la marca del Brandeburgo si è trasformata nella solida monarchia prussiana, la Russia zarista sta sempre più premendo alle porte dell'Europa. È necessario che Francia e Austria si alleino per non rimanere schiacciate e cosa c'è di migliore di un'unione dinastica? La zelante imperatrice Maria Teresa (strenua sostenitrice del motto della casa asburgica “bella gerant alii, tu felix Austria, nube!) trova in breve tempo la soluzione: far sposare la sua più giovane figlia Maria Antonia con il nipote di Luigi XV, il delfino Luigi Augusto.
Dopo lo spossante tergiversare di Versailles, finalmente il 16 maggio 1770 viene celebrato il matrimonio. I due sposi, però, sono l'uno l'opposto dell'altro: il sedicenne delfino è un ragazzo schivo, apatico, indeciso, pigro che passa le sue giornate a cacciare e a forgiare chiavistelli mentre la sua quindicenne sposa è frizzante, attiva, loquace, aperta, desiderosa di divertimento, insofferente di ogni tipo di costrizione, che ama la mondanità. Tale divergenza di caratteri, insieme alla fimosi della quale è affetto Luigi Augusto, si riverbera nell'intimità della coppia: per 7 lunghi anni il talamo nuziale resterà candido, disperando l'imperatrice Maria Teresa che, insieme all'ambasciatore austriaco a Versailles Mercy, sommergono Madame la Dauphine di esortazioni alla consumazione del matrimonio e di rimproveri per i piaceri futili e costosi e gli scandali che la sommergono. Infatti la giovane Maria Antonietta snervata da questo imbarazzante rapporto con il marito cerca in tutti i modi di evitare l'augusto letto in una dispendiosa vita notturna contraddistinta da promiscui balli in maschera a Parigi, cene e soprattutto case da gioco. Inoltre sperpera cifre da capogiro in piramidali capigliature e immensi vestiti di broccato ed evita in ogni modo possibile discorsi seri e la lettura ( sconvolgendo l'austera e rigorosa madre). Infine, mediante l'intervento diretto del fratello Giuseppe II, questa “coppia di pasticcioni”( termini utilizzati da Giuseppe stesso) riesce a compiere il loro dovere e nel dicembre del 1778, nasce la principessa Maria Teresa Carlotta, seguita poi da Luigi Giuseppe ( l'agognato delfino), Luigi Carlo e Sofia Elena Beatrice( che morirà a 11 mesi di vita). Nonostante la consumazione del matrimonio Maria Antonietta continua a spendere molto denaro questa volta investito nella ristrutturazione del Petit Trianon ( una dependance immersa nei giardini della reggia) all'interno del quale essa si rinchiude insieme alla cricca dei suoi pseudo-amici,guidati dalla duchessa di Polignac, e di questa la regina diviene “schiava”. Cosicché essendo il re succube della regina e la regina succube del circolo dei Polignac sono quest'ultimi a reggere in maniera equivoca e superficiale un regno dilaniato da un deficit terrificante. È proprio questo isolarsi della regina nel suo bucolico Trianon, escludendo la grande aristocrazia francese, che causerà la perdita del favore del popolo e la rivoluzione che è partita proprio da quegli aristocratici esclusi dai favori della regina. Ma quando costei se ne accorgerà sarà troppo tardi...
Stefan Zweig con uno stile che affianca poesia a razionalità creando un meraviglioso equilibrio che richiama la prosa sallustiana ( nonostante quest'ultimo deformi alcuni avvenimenti per salvaguardare la reputazione di Cesare) riesce a analizzare il comportamento della sovrana che subisce un cambiamento sbalorditivo nel bel mezzo della rivoluzione quando la monarchia ormai è morta e i sovrani sono spettatori obbligati del suo funerale. Proprio nel momento in cui la famiglia reale sarà abbandonata da tutti e soggetta alla vendetta del popolo, in questa frivola e mediocre creatura si riaccendono tutte le forze, l'orgoglio, la capacità degli Asburgo rimasti sopiti per tanto tempo. Proprio di fronte ad una fine tragica e irremovibile Maria Antonietta diventa da leggera Regina del Rococò un'eroina infaticabile, ferma, coraggiosa e tenace agli infamanti attacchi dei sanculotti e alla morte stessa. Così questo incredibile personaggio(il quale per tenacia e orgoglio richiama in un certo senso Rossela O'Hara di Via col vento), che indubbiamente sarebbe stata sconosciuta ai posteri senza l'intervento del fato che le assegnato una drammatica ma memorabile fine, si erge al di sopra della propria mediocrità conquistando un posto nella storia come ultima e strenua difenditrice dell'ancien regime che non troverà eguali nella storia (basti pensare all'ultima zarina di Russia, Alexandra Feodorvna la quale subì una tragedia che le ha permesso di entrare negli annali della storia ma non di superare la sua natura modesta).
Tuttavia ancora i libri di storia presentano Maria Antonietta come l'intrigante spia austriaca che pronunciò la famosissima ( ma falsissima) sentenza: “S'ils n'ont plus de pain, qu'ils mangent de la brioche”( se non hanno più pane che mangino brioche).
Proprio per questo noi tutti abbiamo il compito di combattere queste esecrande deformazioni purtroppo ancora molte radicate ( come la malvagità di Lucrezia Borgia o come Nerone il quale suonava la lira di fronte a Roma che bruciava). E in questa doverosa missione ci aiutano molto i biografi e - nel caso di Maria Antonietta- in primis, Zweig il quale con la sua opera pubblicata nel 1932 iniziò il processo di “ritorno all'originale” che oggi è lo scopo che si prefigurano tutti gli storici.
Perciò per la sublimità delle immagini, per il metodo rigoroso e impeccabile, per la brevitas e la pregnanza dello stile, per l'ironia dissacrante dell'autore contro il pedante cerimoniale di corte francese( uno dei più acerrimi nemici dell'ultima regina di Francia), per il labor limae che sta dietro a questo capolavoro di biografia ( utilizzato come modello ancora oggi per chi si cimenta o opera in questo genere letterario) consiglio ardentemente questo gioiello di Zweig, unico e irripetibile, del quale sicuramente non rimarrete delusi. Buona lettura!
PS: Perdonate la lunghezza del mio commento ma era indispensabile.
Inoltre se siete interessati a quest'opera affrettatevi in quanto è stato ripubblicato proprio
questo anno mentre prima era introvabile.
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Commenti
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Lì puoi trovare anche una nutrita bibliografia su Maria Antonietta anche se l'opera di Zweig è ritenuta in generale la migliore di tutte le biografie.
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Da notare l'oggettività di "eseceande affermazioni". Povera Antoinette! A me piacerebbe per le analisi psicologiche, effettivamente acute (magari estremiste, ma molto interessanti), e soprattutto per l'innovativa spiegazione della Rivoluzione Francese, incredibile. Ecco perchè odio la storia dei libri: il regno della spersonalizzazione. Invece, come queste biografie insegnano, dietro quei nomi, Carlo V, Richelieu, Filippo II; Maria la Sanguinaria ed Elisabbetta si nascondono personalità che la sterile cronologia scolastica spesso fa dimenticare. Mi verrebbe quasi da inneggiare alla stria aneddotica, almeno quella si ricorda facilmente.