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Il capo dei capi. Vita e carriera criminale di Totò Riina 2013-05-17 09:18:56 Minifrank
Voto medio 
 
3.2
Stile 
 
3.0
Contenuti 
 
5.0
Approfondimento 
 
4.0
Piacevolezza 
 
2.0
Minifrank Opinione inserita da Minifrank    17 Mag, 2013
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I LIBRI NON SONO COME I FILM...

Questo libro, che mi fu regalato da mio fratello conoscendo la mia passione per i libri di denuncia sociale, l'ho voluto leggere subito dopo avermi rivisto l'omonima serie tv proprio per paragonarne i contenuti. Ovviamente il libro mi ha soddisfatto molto di più, anche se nel film ho apprezzato moltissimo la recitazione degli attori, nella fattispecie quella di Claudio Gioè; tuttavia credo che il film eserciti in qualche modo quel macabro fascino del Riina mafioso, potente, a tratti invulnerabile che potrebbe rischiare di influenzare negativamente lo spettatore. A sostegno di questo mio pensiero vorrei copiare un piccolo spunto che ho trovato su Wikipedia e poi sapere se anche a voi il film ha fatto lo stesso effetto, eccolo:
"Il pm della Dda di Palermo Antonio Ingroia ha asserito che alcune fiction come Il Capo dei Capi possono essere dannose perché creano un'iconografia positiva dei mafiosi. Il pm, recatosi in una scuola di Palermo, ha chiesto agli alunni chi era secondo loro il personaggio più simpatico; tutti hanno risposto Totò Riina. Questi stessi ragazzi, in un sondaggio precedente, avevano affermato che la mafia era dannosa e che non volevano farne parte."
Tornando al libro, devo dire che mi ha soddisfatto soprattutto per la quantità dei contenuti, che ovviamente il film non ha potuto trasmettere per questione di tempo. Questo libro ci fa capire davvero come sia stato possibile che 4 contadini di Corleone abbiano potuto mettere a ferro e fuoco l'Italia tramite agganci politici (alla fine del libro i pentiti faranno dei nomi illustrissimi), i contatti con la mafia Statunitense. Ma quello che più ci mettono in risalto gli autori è un solo concetto: la differenza che c'era tra quella che era Cosa Nostra prima dei "viddàni" (corleonesi), e dopo. Le enormi differenze di ideali e onore che si palesarono tra i capi mafia di Palermo e i corleonesi. L'unico consiglio che posso dare è quello che non dovete aspettarvi i finali come i film. Questo è un libro che non dà spazio a speranze di nessun genere; mette a nudo tutto il marcio che c'è nella famosa trattativa Stato-mafia.

Buona lettura

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Bella recensione per una valida segnalazione : i miei complimenti!
Pia
maria68
17 Mag, 2013
Ultimo aggiornamento:
17 Mag, 2013
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essendo docente in una scuola che come bacino di utenza ha ragazzi disagiati, con dispiacere ammetto che per alcuni di loro fiction di questo genere riescono a rafforzare l'opinione positiva che hanno di questi personaggi come Riina, Provenzano e altri...
Grazie molte.
Ecco, nessuno meglio di lei poteva dirmi una cosa del genere. La ringrazio.
Sono rammaricato per il fatto che tuttavia questa mia impressione sia proprio vera.
Cristina72
17 Mag, 2013
Ultimo aggiornamento:
17 Mag, 2013
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Lo stesso si può dire del libro e del film "Romanzo criminale" ispirati alla banda della Magliana. Io direi che la realtà non è come certi film, né come certi libri, da prendere per quello che sono: prodotti di marketing.
Bha,io sono basita e poco tollerante a libri di questo genere, già il titolo : "Il Capo dei capi - Vita e carriera criminale di Totò Riina" fa pietà; il Capo dei capi di chi? Qualcuno più furbo di lui è riuscito a sbatterlo in prigione con i suoi compari, e definire "carriera" una vita da criminale tutta intenta nel distruggere le vite delle persone non la definirei carriera, ma solo vita da pezzente. Per non parlare del film che non merita neanche di circolare in giro.
"Alla fine del libro i pentiti fanno nomi illustrissimi"? Ma sapete che la maggior parte di questi "nomi illustrissimi" sono perlopiù inventati e il pentito mafioso e/o collaboratore spesso è stato un finto pentito creato dallo Stato? Di falsi pentiti creati ad hoc ce ne sono a bizzeffe grazie alla collaborazione di omuncoli di politica e di Stato in generale. Lo diceva lo stesso Borsellino che il marcio era dentro la Politica e che la mafia era solo uno strumento. Non reputo utile questo libro. Trovo che in qualche modo risalta una persona che non merita neanche di essere nominata. Capo dei capi? ma va là...
Brava!
Condivido appieno quello che dici. Non è esatto definire "carriera" quella di un criminale. Infatti fu la prima cosa che notai quando lessi la copertina del libro. Definendola così, la si fa passare per un qualcoas di buono, anche se l'autore questo lo ha fatto in buona fede, sia chiaro, stiamo parlando di Attilio Bolzoni e Giuseppe D'avanzo che hanno cercato di combattere la mafia per gran parte della loro vita. Su quello che dici dei sui pentiti sono d'accordo solo in parte, in quanto pentiti del calibro di Masino Buscetta (membro della commissione), Antonino Calderone, Gaspare Mutolo (uno dei bracci destri di Riina, che citò Andreotti), Francesco Marino Mannoia (raffinatore di droga di Riina, anche lui citò Andreotti, Lima, Ciancimino), Giovanni Brusca, Balduccio Di Maggio (autista di Riina, che portò all'arresto). Quindi comunque questi pentiti sono "attendibili", che poi ci sia stata una attività di depistaggio mafioso è assolutamente assodato. Come dimostrato da diversi falsi pentiti.
Vedo che sei ben informato!
Ma giusto per chiudere.... il Capo dei Capi ora dò sta?

A bersi il caffè tutto il giorno con i suoi quattro infamoni
briganti, papponi, cornuti e lacchè
...
;-))

Ti consiglio di leggere anche "Voci contro la mafia" di Lirio Abbate,non so se il libretto è ancora reperibile,ciao!
Eheheh purtroppo quello che diceva il caro De Andrè è successo davvero, ma, anche se per soli 9 anni, i mafiosi in carcere hanno subito il 41-bis, ovvero il carcere duro, ma duro per davvero. Soltanto nel '95 l'intervento del C.P.T. ha fatto si che con il tempo, il carcere duro divenisse un po' più morbido, tuttavia questo trattamento prima era riservato solo ai mafiosi mentre dal 2000 è stato esteso anche ai terroristi.

:-)

P.S. seguirò il tuo consiglio senza dubbio! ;-)
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