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Adolf Hitler : ritratto psicologico di un dittat
La storiografia si è occupata spesso di Adolf Hitler, personaggio storico che è stato analizzato in tutti i modi possibli dalla scienza: dal punto di vista psicologico o psichiatrico, poi politico ed economico ma anche militare ovvero come stratega militare. Adolf Hitler fu innanzitutto un leader politico capace di trasformare un piccolo partito di estrema destra in un partito di massa. Salito al potere, sfruttando i meccanismi delle elezioni politiche, diventò un capo di stato che seppe sfruttare per i suoi scopi di dominio le strutture istituzionali di uno stato democratico traformandole in modo tale da renderle compatibili alla sua persona e al servizio della sua idea di stato totalitario basato sulla purezza di una razza nonché al suo progetto di conquista e dominio planetario. Il caporale austrico diventato capo supremo del paese e delle forze armate riuscì a mettere in riga ed ad assicurasi la cieca e servile obbedienza dei veritici militari tedeschi che diventarono i muti e acritici esecutori di una guerra di sterminio annuciata in ampio anticipo nel suo libro Mein Kampf.
Osservando al microscopio la personalità complessa di Adolf Hitler si potrebbe anche avallare la tesi della presunata pazzia del dittatore nazista,ma facando ciò si rischia di proclamere Adolf Hitler incapace di intendere e volere, dunque conseguentemente se lo sdogana dalla responsabilità di avare scatenato un conflitto modiale e di avavere pianificato e dato ordine di sterminare milioni di persone.
Per capire il contenuto di questo libro che abbiamo di fronte e che ci mostra la presonalità hitleriana in tutti i suoi aspetti ed la sua evoluzione, è utile anche leggere il Mein Kampf. Solo così si può avere un quadro completo della sua complessa personalità. Dalle pagine del suo libro che è un vero manifesto e programma politico, traspare però una netta e lucida logica del suo criminale progetto di dominio che iniziò con la trasformazione dell Germania in da uno stato democratico ad uno stato totalitario e di polizia.
In sostanza in questo libro l’autore tende a presentare Hitler come un soggetto già escluso o boicottato dalla società dalla sua tenera infanzia in poi. Secondo questa tesi il suo aspetto gracile e il suo genio incompreso l’avrebbero spinto a reagire alla esclusione sociale in un solo modo : cercando di emergere come individuo prima aruolandosi come voltario al fronte nella prima guerra mondiale e poi intrapendendo la carriera politica in un piccolo insignificante partito di estrema destra in Germania. La seconda fase di questa evoluzione della personalità hitleriana era quella dell’ elaborzione della sua dottrina ideolgico razzista che denotova un’ evidente forma psicotica della sua personalità. L’aspetto esteriore fisco di Hitler non corrispondeva affatto al modello della razza arina proclamato e preteso dal Führer. In sostanza Hitler perscriveva delle caratteristiche somatiche al suo popolo che lui non possedeva. (la negazione dell’evidenza fisica personale)
Senza alcun dubbio Hitler are una personalità complessa, ma non pazza, che però incanalò con maestria le sue fustrazioni personali in una brillante cariera politica che lo partò a dominare un grande paese come lo era la Germania. Non si trattò dunque di una personalità psicotica fuori dalla realtà, al contrario, tutte le azioni del Führer erano dettate da una precisa logica di chi si era messo in testa di sovvertire l’ oridine internazionale imposto alla Germania dai vincitori della prima guerra mondiale. Risulata chiaro che Hitler non superò mai lo shock della sconfitta subita dall’ suo paese, l’Austria, e dal paese adottivo, la Germania gugliemina nel primo conflitto modiale. A questo evento epocale per la personalità hitleriana sono legate tutte le sue successive azioni politiche, ideologiche , diplomatiche e militari.
Il libro in questione ci da un resoconto dettagliato della biografia di Adolf Hitler.Al centro del discorso dell’autore rimane il Führer in prevalenza come persona ma non come leader politico di un partito con tutte le lotte di potere, come cancelliere e capo di stato o capo supremo militare. Rimangono ai margini dell’racconto perciò dei dettagli storici che potrebbero essere utili al lettore per potere inquadrare la personaltà hiteriana nel contesto storico e sociale, nel quale egli si muoveva. Il rapporto tra i due dittatori ( Hitler e Mussolini) risulta nel libro affrontato per così dire a metà, dato che l’autore ha scelto di occuparsi in profandità di Hitler e non degli altri che anche avevano avuto un ruolo nelle vicende storiche cosiderate dall’ autore un contorno della sua analisi psicolgica di Hitler.
Per capire a fondo la personaltà del dittatore nazista sarebbe stato utile approfondire ulteriormnte in modo adeguato i suoi rapporti con il capo del fascismo italiano Benito Mussolini. Il modello fascista fu considerato da Hitler come un modello da applicare in Germania, questo almeno nella prima fase del suo potere, dopo la sua nomina a cancelliere, ma in seguito i suoi rapporti con l’alleato italiano possono essere divisi in due livelli ben distinti tra loro (livello personale Hitler - Mussolini contrapposto alle considerazioni dettate e legate puramente alla convenienza politica ovvero alla ragione di stato ). L’ amicizia e la considerazione personale del Führer per Benito Mussolini dovrebbe essere distinta dall’idea che aveva Hitler dell’Italia come paese ed alleato, considerzioni aggravate dall’ retaggio storico del passato. Non bisogna dimenticare che Adolf Hitler era austrico e non tedesco di oregne, particolare da non sottovalutare, quando si affrontano i problemi dei rapporti nell’alleanza delle potenze dell’Asse. Questa distinzione tra questi due livelli è resa palese dopo la cudata del fascismo (25.luglio 1943) e dell’armistizio (8.settembre 1943) Benito Mussolini, l’amico ancora degno di fiducia doveva essere salvato, mentre il popolo italiano, doveva essere punito per il suo tradimento.
Il libro si presta ad una scorrevole lettura, però richiede dal lettore che si accinge a leggerlo quantomeno delle nozioni stroriche in merito all’argomento trattato. Di consegunza, non si tratta di un manuale di saggistica di divulgazione storica alla portata di tutti, al contrario abbiamo di fronte un testo di nicchia scientifica che può essere considerato di appofondimeto per studenti universitari o docenti in creca di informazioni specifiche di analisi psicologica e biografica ma non squisitamente storiche.
In conclusione un libro da leggere per avere una visione della personalità hitleriana, ma nulla di più.
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Ho letto la biografia in questione e mi aveva lasciato in effetti alcuni dubbi, da te ottimamente approfonditi.
e per quanto riguarda la "pazzia" non possiamo mai sapere, avrà fatto pure il suo lavoro politicamente "corretto" e nel pieno delle sue facoltà mentali ma ciò non toglie la sua pazzia morale; non di aver messo a morte migliaria di ebrei(è inesatto) né che volesse sterminarli tutti(anche questo inesatto) la sua pazzia unica consisteva nella fissazione della razza ariana e nel disprezzo delle forme non ariane,considerandole inferiori. E tutto ciò nei limiti(anzi,oltrepassati)del patologico. Il comico è che lui stesso era di provenienza ebrea e pertanto non era affatto ariano. Poi avere il coraggio di dire che era nel pieno delle proprie facoltà mentali.... certo,aveva l'intelligenza a portata di mano ma usata per scopi ,oltre che politici,moralmente distorti e fanatici.
@ Francesca, Mmm, sai che non è mai stata realmente appurata la sua origine ebraica? Anche io avevo letto al riguardo, ma neanche Himmler, capo delle SS ed il suo braccio destro Heydrich, capo della Gestapo che, segretamente, tenevano dossier su tutti i più alti gerarchi nazisti, Hitler non escluso, riuscirono a trovare prove certe.
Se non era ebreo lo era in parte... e questo conferma l'infinità stupidità e arroganza di quest'uomo nel pretendere razze ariane.
Per "razza pura" mi rifacevo all'espressione usata dal dittatore. Non faccio certo distinzioni tra razze pure e miste. Quello che volevo semplicemente dire è che Hitler probabilmente non era Austriaco ma di discendenze ebraiche ed è tutto documentato, non supposizioni campate in aria, ma sono così scomode e soprattutto comiche e mettono in ridicolo la figura stessa di Hitler e la sua fissazione della razza ariana.
Non ci vedo dei pregiudizi razziali nelle ricerche del Dna, perché ,supponendo che la ricerca sia stata effettuata con serietà e professionalità(senza disonestà), se uno è di discendenza mista cambia di molto la Storia. Non stiamo parlando di uno qualunque infatti ma di un dittatore con l'ossessione delle razze pure. Il comico sta proprio in questo.
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