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Per non dimenticare..
Auspicando che le vicende narrate siano veritiere, si tratta della narrazione di una vita, quella di Denis Avey, attraverso le battaglie che ha vissuto nel deserto dell'Africa per poi essere fatto prigioniero e deportato ad Auschwitz.
Essendo soldato inglese, una volta deportato nel lager tedesco non era sottoposto alle stesse terribili e indicibili crudeltà subite dai suoi compagni di prigionia ebrei; per poter testimoniare di persona i loro supplizi un giorno decise di scambiare la propria uniforme con la tristemente nota casacca a righe e provare sulla propria pelle cosa significasse un giorno oltre i cancelli con la scritta "Arbeit macht frei" (Il lavoro rende liberi), che delimitava la zona del campo dove i prigionieri ebrei.
Ma al di là di questo episodio, che può anche essere visto come incosciente e sprovveduto, stando alla sua testimonianza Avey ha cercato di aiutare diverse persone all'interno del campo e allo stesso tempo ha narrato alcune delle ignobili e raccapriccianti atrocità ad opera delle SS.
Lo stile è quello semplice di una persona "normale" che racconta la propria vita, anche se in casi particolari si sente il trascrittore calcare un po' la mano per rendere gli scenari narrati un po' più "cinematografici" (senza nulla togliere alla drammaticità del contenuto).
Alcune parti della narrazione sono molto crude e potrebbero anche impressionare alcune persone.
Consiglio la lettura per non dimenticare l'assurdità e la terribile disumanità che la persecuzione degli ebrei ha rappresentato.
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io la prendo con le pinze ma non escludo sia veritiera.
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