Dettagli Recensione
Odio il tennis ma non so fare altro!
Il bello delle biografie dei personaggi famosi (ovviamente, chi pubblicherebbe la biografia di uno sconosciuto!) è rendersi conto di quanto, alla fine, siano uguali a noi "comuni mortali".
Ovviamente frequentano personaggi che noi possiamo vedere solo in TV o sui giornali, hanno un sacco di soldi, auto di lusso e ville esagerate ma, alla fine, sono uomini (o donne).
Il padre obbligava il piccolo Andrè, senza pietà, a giocare a tennis per ore ed ore ma, ripensandoci col senno di poi, se Agassi non avesse avuto il padre tiranno che ha avuto non sarebbe diventato uno dei tennisti più forti di tutti i tempi.
La sua carriera è stato un susseguirsi di alti e bassi inframmezzati da infortuni di vario genere, le sue sconfitte dimostrano che se non sei "convinto" psicologicamente alla fine perdi, anche gli incontri più scontati.
Lui, spesso e volentieri, difettava di questa motivazione e mandava all'aria settimane di allenamenti perchè non "voleva" più vincere.
Le sconfitte bruciano molto più di quanto tu possa trarre soddisfazione da una vittoria, lui di questo è convinto e, pensandoci bene, questa è una verita sacrosanta anche nella vita.
Nel tennis, come dice lui, sei solo, completamente solo di fronte al tuo avversario.
La vittoria può essere determinata dal talento, dal fisico, dalla tecnica e dalla motivazione.
Il primo ce l'hai o non ce l'hai, il secondo lo puoi rafforzare con il giusto allenamento, la terza la impari con il giusto allenatore, la quarta la devi trovare dentro di te, anche in questo caso o ce l'hai o non ce l'hai e, a volte, è la più importante delle tre.
Può essere una metafora della vita sulla falsariga del famoso "American dream", se vuoi veramente qualcosa la puoi ottenere, ma la devi volere, a volte basta un niente e, ad un passo dal traguardo, molli tutto.
Agassi si è mostrato con tutte le sue debolezze in questo libro, non ne esce, a mio parere, la figura di un grande atleta forte e sicuro di sè.
Aveva molti problemi, sia fisici che psicologici.
Nato con una malformazione alla schiena si è ritrovato con questa distrutta da anni di allenamento.
Cresciuto dal padre con la fissa del colpo perfetto ha dovuto trovare un coach che gli facesse capire l'importanza di leggere i difetti dell'avversario, e di appofittarne.
Non c'è bisogno di essere perfetti nel tennis come nella vita, la perfezione non si raggiunge mai e si vive in uno stato di perenne insoddisfazione.
Come noi (non tutti ma molti di noi) odiamo il nostro lavoro anche lui odiava il suo, odiava il tennis.
Il suo problema era che non sapeva fare altro!
Ha sempre odiato la scuola da giovane rendendosi conto tardi dell'importanza di avere una cultura, per rifarsi ha fondato una sua scuola in un quartiere degradato.
Il libro si chiude con un elogio della lettura, da lui scoperta tardi, nei ringraziamenti al premio Pulitzer Moehringer (ghost writer del libro stesso).
Vorrei scrivere altro ma mi sono già dilungato a sufficienza.
ATTENZIONE! QUI SOTTO POTREBBE ESSERCI UNO SPOILER! IO VI AVVISO...
P.S. la scoperta più sconvolgente è la confessione sul parrucchino! I suoi lunghi capelli biondi, in realtà, non erano suoi!
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Commenti
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nooooooooooooooooo
mi cade un mito!!!!!!!!!!!!!
Lo cancello o metto l'avviso spoiler?
A me non sembrava riuscitissima, forse ho il problema della "recensione perfetta" come Agassi aveva quello del "colpo perfetto" ;-)
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COME HAI POTUTO SPOILERARE SUI CAPELLI DI AGASSI!!!