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Roma: un grande impero dai grandi vizi
“ A guardare le cose dall'alto e a voler dare loro una ragione, si può dire che Roma nacque con una missione, l'assolse, e con essa finì. Questa missione fu di raccogliere le civiltà che l'avevano preceduta, la greca, l'orientale, l'egiziana, la cartaginese, di fonderle e di diffonderle in tutta l'Europa e il bacino del Mediterraneo. Essa non inventò granché né nella filosofia, né nell'arte, né nella scienza. Ma fornì le strade della loro circolazione, gli eserciti per difenderle, un formidabile complesso di leggi per garantirne lo sviluppo nell'ordine, e una lingua per renderle universali. Non inventò nemmeno delle forme politiche: monarchia e repubblica, aristocrazia e democrazia, liberalismo e dispotismo erano già stati sperimentati. Ma Roma ne fece dei modelli, e in ognuno di essi brillò per il suo genio pratico e organizzativo.”
Un paragrafo incisivo ma esaustivo dei secoli in cui nacque, crebbe e crollò la più grande organizzazione statale che il mondo abbia mai visto e al centro dell'opera ben cesellata del grande scrittore e giornalista Indro Montanelli (1909-2001): Roma.
Nessuno mai fino ad ora è riuscito ad emulare ciò che fu l'Impero Romano nella sua massima espansione durante il principato di Traiano e nella sua accurata organizzazione e amministrazione le quali, nonostante qualche eccezione, riuscirono a mantenere unito per molto l' immane crogiolo di popoli che lo costiruiva. Ci provarono Carlo Magno, Carlo V d'Asburgo, Napoleone ma i loro tentativi si vanificarono in pochissimo tempo.
Ancora oggi, leggendo “Storia di Roma” si rimane sbalorditi di fronte all'espansione romana, che da un insieme di capanne abitate da contadini che dovettero rapire le donne del popolo vicino per avere una discendenza divenne uno stato immenso che oltre all'Italia controllava la Grecia, la Turchia, l'Egitto, il Nord Africa, la Penisola Iberica, la Britannia e la Francia. Ma si nota anche come Roma ci assomigli purtroppo nei lati peggiori quali il degrado morale e religioso, la crisi dilagante, l'usura, i debiti, la corruzione e le mille difficoltà del “proletariato” e della piccola borghesia. Ed è questo l'obbiettivo dell'autore: mostrarci quali sarà il nostro futuro se continueremo a seguire la strada sbagliata dritta dritta alla devastazione e alla perdizione utilizzando uno dei più importante esempi donatoci dalla Storia. In fondo, conoscere il passato non aiuta a conoscere il presente ed a non commettere più gli errori dei nostri avi?
Montanelli ci conduce per mano, con la sua opera, in un lungo viaggio nel tempo che parte approssimativamente 2000 anni prima di Cristo,con l'arrivo in Italia di popolazioni nordiche da cui deriveranno gli umbri, i sabini e i latini,e con la fondazione di un villaggio sulle malariche sponde del Tevere il 21 aprile 753 al quale viene dato il nome di Roma. In breve tempo questo villaggio accresce soprattutto con l'alleanza dei Sabini e con le riforme dei leggendari 7 Re di Roma fino al 509, quando l'odiato re etrusco Tarquinio il Superbo viene definitivamente cacciato dalla città e si instaura una repubblica, la quale in breve tempo diventa un'oligarchia controllata dai senatori. Dopo questo cambio di regime politico, quel piccolo villaggio di contadini e montanari inizia ad espandersi e grazie all'audacia dei suoi abitanti il dominio romano si estende su tutta la penisola italica arrivando a contrastare gli interessi di Cartagine, che all'epoca possedeva il monopolio dei commerci sul Mediterraneo, con cui combatterà tre lunghe guerre le quali costituiranno l'inizio della fine dello Stato Romano. Infatti con la conquista di Cartagine e soprattutto con la conquista della Grecia Roma cambierà letteralmente il suo modo di vivere. Il mos maiorum basato su austerità, onestà, frugalità e devozione della religione, della famiglia e della patria verrà letteralmente travolto dai costumi più “molli” del mondo ellenico costituendo il bacillo del cancro che lentamente ucciderà lo Stato il quale nel 476 ( anno ufficiale della caduta dell'Impero Romano d'Occidente) avrà di romano solo il nome. Così passando per Cicerone, Cesare, gli imperatori d'adozione, i Severi, Diocleziano, Costantino vedremo come quei orblemi, prima di natura morale e sociale, si tramuteranno in una tremenda crisi la quale, scoppiata in tutto il suo furore nel III secolo d.C, condurrà il grande Impero romano,creduto eterno, al disfacimento totale da parte di popoli germanici, barbari, privi della competenza e dell'ingegno greco-latino i quali porranno fine all'epoca antica per iniziarne un'altra, il Medioevo.
Ora passiamo alle note dolenti:
1- lo stile utilizzato è leggero e frizzante rendendo così la narrazione dei fatti mai noiosa. Tuttavia in certi punti diventa frivola e infantile, come se l'autore cercasse di spiegare storia a mo' di favola davanti a dei bambini dell'asilo e ciò a volte mi ha infastidito.
2- Nella premessa Montanelli afferma che “ fra le tante qualità che occorrono allo storico, c'è anche un pizzico di ignoranza. Quella che impedendogli l'analisi di tanti particolari, gli consente di cogliere la sintesi dei grandi avvenimenti”. Questo lo trovo giustissimo ma a volte l'autore tralascia avvenimenti importanti come in non far accenno all'Editto di Tessalonica che sancisce il trionfo del Cristianesimo e la fine del paganesimo divenuto ormai una superstitio. Inoltre l'autore si sofferma, specialmente con gli imperatori, su la loro vita privata e soprattutto sugli intrighi di corte rendendo, soprattutto verso la fine, la narrazione delle vicende contorta e complessa con tutti quei nomi di imperatori-fantocci e generali che causano più confusione che altro.
Nonostante ciò, l'opera mi è piaciuta assai perché non parla solo di fatti ma anche di politica, cultura e società con interessanti approfondimenti sulla vita a Roma nel periodo delle guerre puniche e durante l'Impero per evidenziare il degrado e i vizi della cittadinanza. Forse aveva in parte ragione Catone il Cendore ad evitare di conquistare la Grecia che “capta, ferum vixctorem cepit”( conquistata, conquistò il barbaro vincitore, cioè Roma).
Questa è un'opera che consiglio vivamente soprattutto per chi vuole fare, come ho fatto io, un ripasso prima dell'inizio della scuola o per chi vuole dare una spolverata a quella storia Romana studiata sui banchi di scuola o di università. Buona lettura!!!!
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Commenti
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Tu sei il sogno di ogni madre che abbia un figlio adolescente.
Oggi la mia bimba strepitava per infilarsi lo zaino e io ti ho portato ad esempio: quindi, occhio, adesso sei "il ragazzo grande" del cagnolino (il tuo avatar..), che legge tanti libri ed è contento di andare a scuola!! Pensa che responsabilità...:)))))))
COmunque ottima recensione, molto analitica. COncordo sulle "note dolenti", ma mi ha fatto così ridere che gliel'ho perdonate... e, a dirla tutta, la parte finale dell'impero è confusionaria e montanelli non ha fatto altro che ricreare quella confusione.... ottimo supplenmento al solito e NOIOSO ripasso!!
Comunque grazie mille!!!!
Ti ringrazio e accetto volentieri la grande responsabilità di essere da esempio per tua figlia!!!!
Tuttavia adesso con la scuola le letture diminueranno ma cercherò di fare il mo meglio!!!!! :-)
Anche a me Indro mi ha fatto ridere, soprattutto quando diceva " quel po'po' di ragazza"!!!!! XDXD
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