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Tra Stalin, Tito e Mao: l’Albania di Enver Hoxha
Il movimento comunista non era stato ideologicamente monolitico, anzi al suo interno ci furono diversi modelli di interpretazione ideologica del marxismo.
Di conseguenza, nei paesi comunisti furono applicate diverse ricette di edificazione del modello socialista che diede forma a diversi tipi di democrazia popolare in voga nel blocco orientale. Il modello prevalente era quello sovietico noto come socialismo reale, ma nei Balcani si affermò prima il modello jugoslavo del socialismo autogestito e in seguito il modello portato avanti ed imposato con spietata durezza in Albania da Hoxha.
L’Albania di Enver Hoxha perciò rientrava nella disputa ideologica tra i partiti comunisti all’epoca al potere in Europa. Che tipo di stato era lo stato socialista albanese, nato dalla resistenza armata al nazifascismo? Come si giunse alla dittatura personale di Hoxha? Che tipo di struttura di potere poliziesco si era insediata a Tirana? Con chi si alleò Hoxha? In quali condizioni di isolamento internazionale sprofondò l’Albania durante la dittatura imposta al paese da Hoxha? Quali furono le conseguenze per il paese?
A queste domande risponde in modo semplice e chiaro questo interessante libro scritto da chi visse in prima persona gli anni bui della dittatura di un uomo che riteneva di essere l’unico in grado di potere edificare un modello di stato socialista conforme all’ideologia marxista.
Il libro in sostanza è un percorso storico di cinquanta anni di vita di uno stato e del suo dittatore. Il lettore percorre le tappe dell’ evoluzione dello stato immaginato ed messo in atto da Hoxha e cioè dalle speranze della liberazione dal nazifascimo si passa in breve tempo alla beffa di una dittatura personale. Una particolare attenzione viene posta dall’autore sui diversi aspetti della politica interna ed estera di Hoxha, in particolare la sua presa di distanza dal modello sovietico e anche da quello jugoslavo e la sua applicazione senza riserve del modello cinese mauista che in definitiva suggellò la chiusura ermetica del paese. L’ Albania secondo il suo leader incontrastato era posta sotto assedio non solo dai paesi eretici comunisti del blocco sovietico e dal regime titino comunista ma anche dalle democrazie parlamentari occidentali presenti in Europa e alleate degli USA. La parte conclusiva del percorso storico viene dedicata dall’autore alla fine del regime comunista in Albania. Con spietata lucidità e chiarezza l’autore traccia un bilancio fallimentare del periodo della dittatura comunista di stampo albanese che portò il paese alla rovina economica, politica e culturale. Hoxha lasciò un paese arretrato in tutti i sensi, un paese in sostanza allo sfascio istituzionale che dopo la caduta della sua dittatura doveva essere ricostruito alla radice.
Il libro si presta ad una veloce e scorrevole lettura senza intoppi essendo scritto in modo chiaro e diretto senza giri di parole superflue. L’autore con maestria va direttamente alla radice del problema messo sotto esame dandoci un quadro esaustivo e completo delle complesse dinamiche di potere orchestrate da Hoxha.
Il libro è sicuramente utile per chi si interessa delle dinamiche ideologiche interne al movimento comunista internazionale, ma non solo, infatti può essere una lettura interessante per chiunque desideri informarsi sulle vicende storiche del nostro recente passato.
In conclusione un libro da leggere con la dovuta l’attenzione per potere comprendere la natura nascosta di una dittatura e di un regime totalitario che diede un interpretazione totalmente errata e sopratutto ideologicamente personale legata ad un solo individuo del marxismo. In sostanza una visione di lettura ideologica che gettò nel baratro un intero paese e il suo popolo.