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Una Venere Vincitrice alla ricerca di libertà
Paolina Bonaparte. Oggi, appena sentiamo questo nome, pensiamo subito ad una donna dissoluta, fedifraga, capricciosa e viziata. Ma questo è solo una faccia della medaglia. Paolina perfetta sorella di Napoleone, sincera e disinteressata. Paolina, spia napoleonica che utilizza le coltri del talamo come suo cavallo di battaglia. Ma soprattutto, Paolina, Venere Vincitrice alla ricerca della Libertà con la L maiuscola: “libertà di amare chiunque, di disporre comunque del proprio corpo contro l'esclusivismo dei maschi e le strettoie della morale. Libertà di non fermarsi mai troppo a lungo in nessun luogo, in nessuna città, si chiami Parigi o Roma.”
Ecco la Paolina che ci vuole mostrare Antonio Spinosa (1923-2009) con la sua meravigliosa opera biografica: “Paolina Bonaparte, l'amante imperiale”.
Maria Paola di Buonaparte nacque nel 1780 ad Ajaccio, in Corsica, ottava figlia del politico Carlo Maria di Buonaparte (1746-1785) e di Maria Letizia Ramolino (1750-1836). La famiglia Buonaparte era appartenete alla piccola nobiltà corsa ed era di modesta ricchezza ma il padre, grande oratore, riuscì a mandare il fratello maggiore di Paoletta, come fu all'inizio soprannominata Maria Paola, Napolione, nato nel 1769, in Francia, in una una prestigiosa scuola militare a Brienne e la sorella maggiore, Maria Anna Elisa, in un collegio aristocratico francese.
Paoletta dovette passare un'infanzia difficile anche se la visse sempre gaia e felice: nel 1785 muore il padre e la famiglia passa un periodo di ristrettezze economiche, nel 1786 torna Napolione per mettere ordine alle finanze della casa e incontra per la prima volta Paoletta, rimanendone incantato per i suoi modi gioviali e spontanei, nel 1793, a causa di una rivolta autonomista in Corsica, sono costretti a fuggire e riparano in Francia a Marsiglia dove la famiglia Buonaparte ( ora francesizzata in Bonaparte) passò il periodo più brutto della sua vita e dove si formarono i giudizi più negativi sulla famiglia, tra i quali quello il quale affermava che Paoletta ed Elisa si prostituivano.
Ma la situazione sta per cambiare perché Napoleone ( come ora si fa chiamare il giovane generale), grazie alla sua bravura, riconquista Tolone per poi cimentarsi nella grande e gloriosa impresa della conquista dell'Italia per ordine del Direttorio, il quale all'epoca dominava la Francia dopo la tirannia di Robespierre.
In questo periodo la quindicenne Paoletta si innamora del quarantunenne Stanislas Fréron(1754-1802), prima giacobino sanguinario ora dandy decaduto che cerca di riprendere potere con il nuovo governo del Direttorio. Fréron trova un modo per ritornare in auge: sposare Paoletta, sorella del famoso generale Napoleone. Dunque utilizza le sue doti di incallito libertino tra cui i versi di Petrarca che conquistano immediatamente la giovane Bonaparte. Tuttavia Napoleone si oppone al matrimonio e Fréron è costretto ad allontanarsi, spezzando il cuore di Paoletta che vine spinta dal fratello a sposare il generale Victor-Emanuel Leclerc (1772-1802) a cui darà un figlio, Dermid. Ma siamo solo all'inizio perché arriverà la tragedia di Santo Domingo, il secondo matrimonio, la malattia, gli innumerevoli viaggi , gli sfarzi dei salotti parigini e della Corte napoleonica per poi giungere alle disfatte e al tramonto di una delle più affascinanti donne che al Storia ci abbia mai regalato....
L'autore riesce a motivare i vizi e la lussuria di Paoletta (che poi cambierà il nome in Paolina poiché secondo Napoleone più “regale”) in maniera scientifica ( infatti soffriva di isteria sessuale, in soldoni era una ninfomane) ma anche le virtù, quali il coraggio, il dono di rendere ogni sua azione suprema, come il passare da una prodigalità esagerata ad una immensa avarizia, e l'amore incommensurabile verso il fratello perché in fondo sono l'uno l'immagine dell'altra: entrambi frenetici, infaticabili, affetti da un delirio psicomotorio e desiderosi di conquistare, lui con la guerra e lei con la seduzione.
Questa è la seconda opera che leggo di Spinosa e ne sono rimasto totalmente appagato anche se ho preferito “Luigi XVI”,secondo me più approfondito, con un linguaggio meno specialistico e con meno termini francesi, ma tutto ciò è perdonabile perché ogni biografia su Paolina è contrastante come sono contrastanti le fonti, a causa del progetto della monarchie europee ottocentesche di diffamare la famiglia Bonaparte, utilizzando soprattutto la figura della bella Paolina, per i suoi scandali amorosi e per le sue stravaganze.
Quindi ci troviamo davanti ad un altro caso di diffamazione della storia, come quello di Maria Antonietta e di Lucrezia Borgia, ma- grazie al lavoro difficile e faticoso di alcuni storici,tra cui Spinosa- oggi si è riusciti a diradare le fitte nebbie di menzogna e calunnia che hanno avvolto per secoli queste figure e a riscattarle. Per esempio io, durante la lettura di questa opera, in certi punti avevo voglia di schiaffeggiare Paolina per i suoi bruschi cambi di umore e per i suoi frivoli e momentanei capricci ma in certi momenti provavo una grande invidia perché lei è riuscita a dichiarare guerra alla società e ai limiti della moralità per raggiungere la suprema libertà, in questo caso delle donne in campo sessuale e sociale.
In conclusione, ho trovato il libro molto interessante e ricco di curiosità, per esempio sapevate che Camillo Benso, conte di Cavour, sì proprio quel Cavour che porrà le basi per l'unificazione dell'Italia, è strettamente legato con Paolina e con il marito? Infatti essi furono suoi padrini al battesimo, fu chiamato Camillo in onore del principe Borghese e Paolina gli destinerà nel suo testamento 1000 scudi romani.
Questo è stato un libro che consiglio a tutti non come una lettura leggera da sotto l'ombrellone ma come una lettura piuttosto impegnativa che se affrontata con attenzione e cura darà moltissime soddisfazioni. Buona lettura!
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