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La fine è il mio inizio
"Gli accordi sono questi: quando è il momento, contattate la Croce Verde che verrà discretamente a casa per fare il necessario. Come sapete da tempo, voglio essere cremato e ho chiesto che la bara sia la più semplice possibile, bello sarebbe di assi. Verrò in quella portato nella cappellina da dove al più presto, senza litanie, canti, discorsetti, ma nel mio beneamato silenzio verrò portato al forno crematorio da dove uscirò cenere in una semplice urna che forse potrà essere consegnata alla famiglia. Con quella tornerei nella terra di Orsigna. Questo è come vorrei fosse. Fate di tutto perchè lo sia. Grazie e fatevi una bella risata. Vi abbraccio, Tiziano, anam."
Una breve lettera che il padre lascia al figlio scritta sul tavolo poco prima della sua dipartita. Sono le ultime volontà di un uomo che racconta il suo viaggio della vita. Un viaggio affascinante, narrato sul filo della memoria e trascritto per tutti affinchè la vita abbia davvero un senso. Tutto il libro di Tiziano Terzani, il suo ultimo, è in effetti, la ricerca di un "senso" che va al di là delle "cose" di cui è fatta la vita.
"Pensa, la morte tibetana, che bella! C'è il moribondo, tutti i parenti piangono e arriva il lama che li caccia tutti a calci nel culo "Fuori!" Poi si rivolge a lui e bisbiglia "Staccati, non restare attaccato. Vai, vai, ora sei libero. vai! Questa è cultura della morte. Noi l'abbiamo persa. Quando uno sta male a casa chiamiamo l'ambulanza che lo porti all'ospedale; ma quando sta per morire in ospedale lo nascondono dietro a delle tendine. Paura della morte. Perchè? Perchè si sa di dover abbandonare tutto quello che conosciamo. Niente è più tuo, non le tue case, non i tuoi figli, non il tuo nome. "Madonna, non sarò più Tiziano Terzani!" Di questo non rimane niente, niente. NIENTE. Ma se ti ci avvicini prima, se impari a rinunciare ai desideri, a distaccarti da tutto non perdi nulla, l'hai già perso, sei già morto strada facendo. Non morto, sei vissuto meglio. la sofferenza viene dall'essere attaccato alle cose. Buddha lo dice così bene. Se hai una cosa, hai paura di perderla; se non ce l'hai, la vuoi avere ..."
Un libro questo che dovrebbe essere letto in tutte le scuole, in tutte le chiese, in tutte le biblioteche. Tiziano Terzani ha raccontato a suo figlio la sua vita, ma è come se l'avesse raccontata a tutti i figli del mondo, figli che diventeranno padri i quali a loro volta dovranno raccontarla ai loro figli. Ecco perchè ogni fine è un inizio, perchè ogni padre segna la sua fine nel momento in cui la racconta a suo figlio. E quest'ultimo nell'ascoltarla impara a prepararsi alla sua per raccontarla a sua volta a suo figlio.
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