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Gli ultimi giorni di Hitler
1945, la guerra per Hitler è ormai irrimediabilmente persa, solo lui e i suoi fanatici fedelissimi non lo vogliono ancora credere e fino al suo suicidio, il 30 aprile, il solo pensare alla resa era un crimine di guerra, un alto tradimento. Questo libro è il diario, della permanenza nel bunker della cancelleria, a Berlino, di Hitler e i suoi fedelissimi, Eva Braun, sposata il 29 aprile, sua moglie per un giorno, e gli ufficiali più alti in grado della Wehrmacht interpellati più volte al giorno dal fuhrer sull'andamento della guerra nei vari fronti. E' un diario asettico, senza commenti o pareri tenuto, da febbraio alla fine di aprile, dall'unico ufficiale sopravissuto presente nel bunker, Gerhard Boldt, allora giovane primo ufficiale di ordinanza del Capo di Stato Maggiore tedesco, generale Gauderian. La fredda esposizione dei fatti, le riunioni, gli scatti d'ira di Hitler intervallati da momenti di estraneità totale, il terrore che quasi tutti provavano al suo cospetto, la descrizione del tremore del suo braccio sinistro, le sue rughe sempre più profonde e il suo colorito sempre più cinereo fatti da chi ha vissuto gli ultimi giorni assieme a lui, metri e metri sotto terra in un bunker claustrofobico, rendono meglio di qualsiasi commento il livello di pazzia raggiunto dal genio del male, che mentre le bombe dei russi esplodevono sopra la sua testa vagheggiava ancora di vittoria, di nuove armi, di armate che sarebbero accorse alla salvezza di Berlino, completamente avulso dalla realtà, in un mondo, una guerra tutta sua, senza mettere il naso fuori dal bunker per mesi e mesi per non vedere la realtà; il cumulo di macerie che era ormai Berlino e la Germania.