Dettagli Recensione
Le lacrime di cenere.
Unico neo di questo grande classico, in questa veste diversa da quella di Giuntina,rimane la presentazione introduttiva di Moni Ovadia.
Katzenelson non può e non deve rimanere prigioniero del cliché col quale tu, Salomone (Moni), commetti l'errore di classificarlo.
Egli è la voce ferma e irraggiungibile.
Come tutto ciò che si muove nel sublime.
Spero tu non ne abbia a male, perché come ti dissi alla presentazione di questa riedizione, e fosti d'accordo, il tuo yiddish bulgaro male si presta a decodificare il bronzeo accento dell' inclinazione polacca.
Ricordiamo insieme l'incipit:
"Canta! Prendi la tua arpa curva e leggera
e sulle sue corde sottili getta le tue dita,
pesanti come cuori dolenti. Canta l'ultimo canto,
l'ultimo canto degli ultimi ebrei in terra d'Europa"
Il resto è superfluo.