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Quando l'amore e' una prigione
Di cosa si nutre il dipendente affettivo? Qual e’ l’oggetto della sua dipendenza? Si puo’ essere dipendenti dall’amore anche se non e’ un oggetto? E’ piu’ complesso se „l’oggetto” della dipendena e’ una persona? Chi e’ questo essere umano cosi’ tanto bisognoso d’amore? Questo libro descrive accuratamente il profilo psicologico di questo individuo mostrando bene cause ed effetti legati al disturbo.
Colui che soffre di dipendenza affettiva sente la forte necessita’ di affidare la sua vita nelle mani di qualcuno (che probabilmente lo calpestera’) per vivere appieno la felicita’. Il suo concetto di gioia e di soddisfazione personale e’ totalmente legato all’amore: non c’e’ spazio per nessun’ altra cosa. E’ una persona cieca di fronte a se stessa, non sa chi e’, non conosce i propri bisogni-sogni. Fa di tutto per scappare e non iniziare a vedere cio’ che giace nelle sue profondita’, e’ troppo spaventato, questa cosa potrebbe annientarlo. Per questo motivo si rifugia nelle braccia dell’altro donandogli una devozione estrema. Il suo unico obiettivo e’ il riconoscimento altrui.
Chiaramente la forma piu’ esplicita e’ contenuta nelle relazioni d’amore, ma il testo spalanca porte verso la realta’ lavorativa e l’amicizia. A prova del fatto che, quando il partner non esiste (o forse c’e’), l’oggetto della dipendenza puo’ variare. Ecco spiegato perche’ questi lavoratori arrivano al bournout piu’ volte. Il posto di lavoro e’ una palestra per farsi notare e per dimostrare che si conta qualcosa e che di consegueza, si e’ degni di considerazione. Per ottenere questo risultato bisogna aspirare alla perfezione e cio’ richiede un eccesso di sforzo fisico e mentale che inevitabilmente va a sabotare il desiderio di successo. Si rimane magnetizzati dall’idea dell'eccellenza e del conseguente riconoscimento, questo e’ piu’ importante delle rinunce fatte durante il cammino.
In amicizia si svolge una dinamica simile: la persona rinuncia ai propri bisogni pur di compiacere l’altro in tutto e per tutto, fino a diventare ossessivo. Palesemente rinuncia ai propri bisogni pur di essere sempre disponibile e di non perdere l’amico. E’ un campione nel trascurare se stesso: mai e poi mai dira’ un no, neanche sotto tortura. Avere dei bisogni significa per loro, essere egoisti e le persone non amano la compagnia di un egoista. Per contro, l’amico si sente intrappolato, perche’ non ha piu’ liberta’ personale data l’eccessiva presenza dell’altro e inevitabilmente questo puo’ creare tensioni.
E’ proprio la liberta’ che la vittima di questa illusione d’amore deve cercare di ottenere, solo cosi’, il processo di guarigione potra’ compiersi. Come si arriva quindi all’autonomia? Conoscendosi, facendo quel passo che non si e’ mai voluto fare per paura di incontrarsi. Ponendo l’attenzione, prima di tutto su di se’: bisogna vedersi importanti! Abbiamo dei diritti, sentimenti e necessita’ e dobbiamo rispettarli. Il libro offre degli spunti da cui partire: bisogna farsi delle domande e rispondersi sinceramente. Tutto il resto sara’ una reazione a catena: se mi conosco so quali sono i miei bisogni, so che tipo di persone davvero voglio al mio fianco non mi accontentero' piu' delle scelte casuali mosse dal bisogno di accettazione. Facendo cio’ che davvero voglio risulto piu’ autentico con me stesso, e con gli altri e posso pure mettere dei limiti perche’ mi sento pronto a far valere i miei diritti sapendo che non perdero’ l’altro.
Questo testo aiuta molto ad aprire gli occhi su quello e’ il disturbo, chi affligge, in cosa consite nei diversi ambiti relazionali e su come uscirne, su cosa serve per potersi liberare da questo male che divora il dipendente. Il libro e’ molto interessante per la suddivisione degli argomenti e per le spiegazioni chiare. E’ un piccolo e prezioso manuale che contiene tutto quello che c’e’ da sapere su questo tipo di disturbo.